Il leader che dopo le elezioni del 4 marzo si è attivato di più con le ambasciate straniere di Roma? Matteo Salvini, che nelle ultime settimane ha rinsaldato rapporti con la Russia, e aperto canali inediti, come quello con Washington e Pechino. Lo scrive la Stampa: fonti vicine all’ambiente della diplomazia romana, hanno detto al quotidiano torinese che gli uomini di Salvini “più di altri” dopo il voto “hanno spostato gli equilibri in chiave internazionale”, gettando dunque lo sguardo oltre Bruxelles, dopo la “tiepida reazione delle grandi cancellerie europee nei confronti della nuova leadership leghista”.
“Per il ministero degli Esteri ho ben chiaro in testa qualcuno che dialoghi sia con Washington, che con Mosca, Bruxelles e Pechino”, dice Salvini in conferenza stampa, il 14 marzo scorso, alla sede della Stampa Estera a Roma. Nel giro di poche ore, ricostruisce la Stampa, si mette in moto l’ingranaggio e partono i primi contatti con le ambasciate indicate dal segretario. A guidarli, due parlamentari di fiducia: il capogruppo alla Camera Giancarlo Giorgetti, responsabile Esteri del partito, e il deputato Guglielmo Picchi, consigliere per la politica estera della Lega e membro dell’Ocse.
Una settimana dopo avviene l’incontro riservato tra Salvini e l’ambasciatore americano Lewis Eisenberg. Tema centrale: la posizione della Lega nei confronti della Nato.
Negli stessi giorni, secondo le fonti che hanno parlato alla Stampa, i due uomini della Lega hanno organizzato altri due incontri, senza che fosse presente il segretario: due visite all’ambasciata russa, alla presenza dell’ambasciatore Sergey Razov; e due incontri simili con l’ambasciatore cinese Li Ruiyu e il suo “entourage”. Si tratta di “incontri preparatori” con lo scopo di gettare le basi per l’organizzazione di incontri ufficiali con il segretario del Carroccio, previsti a fine aprile. Le date non ci sono ancora, anche a causa degli impegni di Salvini, impegnato tra le consultazioni al Quirinale, le trattative per la formazione del governo e il lavoro sul Def.
Se “costanti” rimangono i contatti con l’ambasciatore russo, inedito appare il canale aperto con la Cina. “Poco interessati alle dinamiche strettamente politiche”, scrive la Stampa, “i diplomatici cinesi si sarebbero concentrati sulle idee economiche della Lega e sulla possibilità di lavorare ad alcune questioni, che avrebbero evidenziato gli uomini di Salvini, riguardanti le aziende italiane: dalle difficoltà di accesso al mercato cinese per gli imprenditori del nostro Paese, alla diversa legislazione in materia di registrazione dei prodotti”.
Previsto ma non ancora confermato, secondo la Stampa, l’incontro ufficiale tra Salvini e l’ambasciatore cinese Li Ruiyu. “L’Ambasciata cinese ha contatti con la Lega come con tutti gli altri Partiti”, hanno confermato all’Agi i diplomatici cinesi di via Bruxelles. “Li è disponibile a parlare con tutti i leader, anche con il segretario della Lega”.
Probabilmente per l'ambasciata cinese si tratta di incontri di routine, e l'avvicinamento di Salvini non rappresenta agli occhi di Pechino un fatto eclatante.