Nulla di fatto dal primo giorno delle consultazioni. La situazione è di nuovo "ingarbugliata" e Sergio Mattarella ha detto alle forze politiche che il tempo a disposizione "si sta esaurendo". Mentre si attende di veder sfilare nello Studio alla Vetrata i presidenti delle Camere e il presidente emerito Giorgio Napolitano, il taccuino del Quirinale non registra novità rispetto al primo giro di colloqui con le forze politiche.
Nonostante qualche timido segnale del Pd, che smette di parlare di "opposizione" e si limita a indicarsi come "minoranza", i due protagonisti principali, centrodestra e M5s, non fanno passi avanti che facciano ipotizzare un accordo a breve. Complice lo show di Silvio Berlusconi davanti alle telecamere, il M5s oppone un veto netto nei confronti di Forza Italia.
Il centrodestra si è sì presentato unito alle consultazioni, ma ha indicato un premier "indicato dalla Lega" come ipotesi percorribile. E fin qui si poteva pensare a un timido progresso. Ma la performace del Cavaliere, che ha chiesto di fatto di impartire lezioni di democrazia a chi "non sa nemmeno l'ABC" ha irritato i 5 Stelle che si sono piccati per la "battutaccia" del leader di Forza Italia e ne hanno chiesto conto a Salvini.
Ora, ha detto Luigi Di Maio, nonostante la smentita della Lega alle parole di Berlusconi, restano solo due opzioni se il Carroccio prosegue nel suo "schema di centrodestra": governo del Presidente o voto. Nessuna delle due opzioni però viene ritenuta gradita al M5s, che ripete il suo invito a Lega e Pd di valutare un contratto di governo alla tedesca.
Insomma, novità nessuna. E ora la palla ripassa inesorabilmente al presidente della Repubblica, che nei suoi colloqui si è mostrato preoccupato per la crisi siriana, ha chiesto ai gruppi notizie sulla situazione parlamentare e ha spiegato che non intende lasciar passare troppo tempo. Ora quindi si attende che domani, al termine delle consultazioni, Sergio Mattarella si rivolga ufficialmente alle forze politiche per chiedere loro un sussulto di responsabilità. Molto probabilmente daraà tempo ancora qualche giorno alle forze politiche per vedere se riescono a far partire un dialogo, ma passati alcuni giorni assumerà una sua decisione.
Quale possa essere è ancora tutto da verificare, ma una delle ipotesi è che si vada verso un preincarico all'area di centrodestra, fallito il quale si potrebbe passare a un preincarico all'area Cinquestelle. Falliti entrambi l'unica possibilità potrebbe essere quella di un governo guidato da una figura istituzionale.
Ma deve ancora passare un po' d'acqua sotto i ponti, mentre al Colle la giornata di oggi non ha contribuito a rasserenare il clima, tanto che qualcuno azzarda a utilizzare la categoria dell'irritazione, anche se chi frequenta le stanze presidenziali non si lancia in una definizione così netta. Sta di fatto che il Presidente ha deciso di non poter concedere più altro tempo al balletto di veti e controveti e molto probabilmente la prossime settimana darà una svolta a una situazione ormai incartata.