L'incarico di governo deve andare al candidato premier M5s che "è stato il più votato". Non cede di un millimetro Luigi Di Maio che ripete il suo no a "premier non votati da nessuno o peggio che hanno perso" e rivendica così il suo ruolo in quanto capo politico della forza politica arrivata prima alle ultime elezioni. Parole alle quali arriva però, puntuale, la risposta di Matteo Salvini che parla di disponibilità a "dialogare con tutti" ma senza essere "subalterni a nessuno, visto che il centrodestra - sottolinea - è la coalizione più votata dagli italiani".
Lo stallo, quindi, apparentemente continua ma il dialogo tra M5s e Lega non si interrompe tanto che la prossima settimana, prima delle consultazioni al Quirinale dal 4 aprile, Di Maio e Salvini dovrebbero incontrarsi. Anche se, secondo quanto si apprende, entrambi ieri erano alla Camera dei deputati. Il faccia a faccia dovrebbe tenersi, forse, martedì prossimo perché come ha assicurato Di Maio ai cronisti che lo incalzavano a Montecitorio "a Pasqua e Pasquetta potete stare tranquilli".
Intanto M5s va avanti nella ricerca di convergenze sui temi. Convergenze che, sempre secondo quanto detto da Di Maio, ci sarebbero sia a destra che a sinistra. Punti di programma che si cerca di smussare come dimostrano le parole del capogruppo M5s al Senato, Danilo Toninelli quando apre sulla Flat tax: "Abbiamo detto che vogliamo fare un taglio delle tasse che sia costituzionale e che vogliamo vedere la proposta nel dettaglio. Così come loro ci dicono di spiegargli nel dettaglio il reddito di cittadinanza" spiega.
Incontri e contatti su più fronti
Ieri mattina i due capigruppo pentastellati, Giulia Grillo e Toninelli, hanno incontrato a Montecitorio i rappresentanti dei gruppi di Lega, Forza Italia e Leu. Non Pd e Fdi, in polemica con i 5 stelle per come hanno condotto la partita sulle vicepresidenze delle Camere. Al centro dei colloqui i punti programmatici su cui i 5 stelle vorrebbero puntare dal tema delle tasse alla famiglia, dal lavoro all'ambiente e su cui cercano l'appoggio degli altri partiti. Ma a questo giro mancava per l'appunto un interlocutore importante, il Partito democratico con il quale, secondo quanto si apprende, non sarebbero cessati del tutto i contatti e sulla cui assenza Toninelli ha poi espresso rammarico.
Probabile che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori contatti con tutti i gruppi. Nel corso dell'incontro con Forza Italia, le capigruppo Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini tra le altre cose hanno di nuovo posto il paletto della presenza di Silvio Berlusconi a incontri successivi a livello di leader. Ma secondo quanto si apprende in ambienti M5s, Di Maio non è disposto a dare legittimità al Cavaliere e su questo non farà passi indietro. Mentre, sull'ipotesi che un eventuale governo tra M5s e Lega possa coinvolgere anche FI, è tutto da vedere e discutere. Anche se su questo non mancano i malumori nella base pentastellata e tra i parlamentari che si stanno abituando all'idea di un Esecutivo M5s-Lega ma che non possono accettare di vedersi al fianco del partito di Berlusconi.
Brucia ancora, ammette qualcuno, l'aver dovuto votare alla presidenza del Senato per l'azzurra Elisabetta Alberti Casellati perché, qualcuno dice in nome di una ormai evidente realpolitik 5 stelle, "a qualcosa devi per forza rinunciare".
Qualche malumore tra i neo eletti del Movimento
Molti 5 stelle assistono senza dire niente anche se qualche malumore comincia ad emergere e non è escluso che possa esplodere 'il bubbone', così lo chiama qualcuno, qualora il percorso per il governo non dovesse andar a buon fine. "Perchè si sa, è sempre più facile restare compatti e zitti quando si è nel gruppo dei vincenti", sussurra un deputato di lungo corso. Già in occasione dell'ultima assemblea dei deputati ad esempio, 3 di loro hanno votato contro lo Statuto perchè accentra troppi poteri in mano a Di Maio. Tre campani, due neoelette e uno riconfermato, quel Luigi Gallo, che già in passato si era distinto per aver criticato, mettendoci la faccia, la coincidenza del ruolo di candidato premier e Capo politico (come fece allora anche Roberto Fico, era settembre scorso).
Martedì pomeriggio ci sarà un'altra assemblea congiunta, alle 17.30 a Montecitorio, per parlare delle consultazioni al Quirinale. Ma qualche 5 stelle ironizza: "Servirà solo per ascoltare Di Maio che ci racconta qual è la linea del Movimento" dal momento che ormai le decisioni non vengono più prese in modo assembleare, come accadeva cinque anni fa ad inizio della scorsa legislatura.
Di Maio dritto per la sua strada
Di Maio comunque va dritto per la sua strada. A pranzo - in una trattoria abbastanza nota del centro di Roma, in via delle Coppelle - va con la squadra dei fedelissimi da Alfonso Bonafede a Riccardo Fraccaro e Vincenzo Spadafora, ma anche Emilio Carelli e la capogruppo Giulia Grillo. Fedelissimi che ormai lavorano ogni giorno al suo fianco. Da domani alcuni di loro partiranno per il weekend di Pasqua mentre Di Maio resta nella Capitale - "c'è un governo da preparare" si limita a dire - almeno fino a sabato; poi domenica andrà a casa a Pomigliano D'Arco dalla madre.
Mentre dall'altra parte, Salvini è già partito per Ischia dove rimarrà fino a Pasqua con la fidanzata Elisa Isoardi. In linea d'aria, però, i due sono decisamente vicini. Intanto, M5s porta a casa anche un bel 'bottino' nell'ufficio di presidenza di Montecitorio: 6 componenti M5s che si aggiungono al presidente della Camera, Fico. E gli eletti, come fanno notare alcuni pentastellati, sono sempre dei 'fedelissimi' di Di Maio: come Maria Edera Spadoni, eletta vicepresidente. Il suo nome, secondo quanto si apprende, sarebbe stato inserito solo in un secondo momento perchè, così viene raccontato, la prima mail con le candidature non conteneva il suo nome, aggiunto soltanto ad orario candidature già scaduto.
E poi c'è Riccardo Fraccaro, candidato alla presidenza della Camera per una notte, e fidatissimo di Di Maio da quando ha affiancato anche la sindaca di Roma Virginia Raggi nel momento di maggiore difficoltà della giunta capitolina. E anche, tra i nomi dei 4 consiglieri M5s molti sono vicini a Di Maio, come Vincenzo Spadafora; anche se c'è Carlo Sibilia che in passato qualche critica l'ha fatta anche se poi è rimasto sempre allineato.