Eletti i capigruppo di Camera e Senato. Forza Italia punta sulle donne, Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini prendono infatti il posto di Paolo Romani e Renato Brunetta. Il Pd a sorpresa sceglie Graziano Delrio al posto di Lorenzo Guerini, il cui nome era dato in pole per il passaggio del testimone con Ettore Rosato alla Camera fino a poche ore prima della riunione del gruppo dem. Vince, quindi, la linea Martina della mediazione e il deputato renziano deve fare un passo indietro. Mentre l'area che fa riferimento all'ex segretario Matteo Renzi la spunta al Senato, con l'elezione del fedelissimo Andrea Marcucci. Fratelli d'Italia sceglie l'opzione 'pro tempore': eletti Fabio Rampelli e Stefano Bertacco rispettivamente alla Camera e al Senato. Ma si tratta di un incarico a scadenza: FdI procederà alla elezione definitiva dei capigruppo solo dopo la definizione degli Uffici di presidenza dei due rami del Parlamento. La Lega conferma Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Matteo Salvini, alla guida del gruppo di Montecitorio. Una scelta già fatta nei giorni scorsi, quando proprio Salvini delegò Giorgetti a condurre le trattative nella partita per i presidenti delle Camere. Al Senato l'assemblea del gruppo dovrebbe confermare il presidente uscente, Gianmarco Centinaio. Anche per Giorgetti, tuttavia, potrebbe profilarsi un incarico a tempo qualora la Lega dovesse andare al governo. Il fedelissimo del leader del Carroccio, infatti, potrebbe giocarsela per un posto nell'esecutivo. Nessuna sorpresa in casa M5s: sono stati eletti i capigruppo già designati da Luigi Di Maio all'indomani delle elezioni, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. La prima guiderà la squadra pentastellata alla Camera, il secondo quella al Senato. Il Gruppo Misto ha eletto presidente Federico Fornaro di Leu e Loredana De Petris, sempre Leu, al Senato.
Al Nazareno c'è qualche malumore
Nessuno stravolgimento rispetto alla vigilia per i nuovi capigruppo: unica eccezione in casa Pd. Le trattative e la mediazione messa in atto dal segretario reggente, Maurizio Martina, sono proseguite fino all'ultimo momento utile: domenica i nomi più accreditati erano ancora quelli di Guerini alla Camera e Marcucci al Senato. Ma già da ieri mattina i contatti tra le varie anime, con riunioni al vertice al Nazareno, facevano presagire un cambio di rotta: e così nel corso della giornata sono spuntati i nomi dii Teresa Bellanova e Tommaso Nannicini. Poi l'ultima mediazione, quella vincente: Graziano Delrio al posto di Guerini. Non mancano, tuttavia i malumori.
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Sebbene l'elezione del ministro dei Trasporti sia avvenuta all'unanimità, c'e' chi, come Antonello Giacomelli osserva: "Martina ha esplicitamente messo la fiducia quindi era impossibile ogni tipo di intervento o di discussione. Per questo si è proceduto per acclamazione e non si è né discusso nè votato. Delrio è sicuramente una ottima proposta, meno comprensibile e' che non lo fosse Guerini. Però è importante che usciamo rapidamente da questa fase di comunicazioni e cominciamo a discutere di politica". Ma Martina rivendica la ritrovata unità: "Vogliamo provare tutti insieme a dare un segnale di squadra e l'unità è il presupposto per costruire il rilancio del Pd". Non che i malumori siano mancati anche dentro Forza Italia, ma per ora prevale anche tra gli azzurri la volontà di dare un'immagine di unità.
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