Sono 379 le leggi approvate nella XVII legislatura, che si è conclusa a fine dicembre con lo scioglimento delle Camere. Ma a condizionare l'attività legislativa in maniera influente è sempre più il governo: infatti, il 74,74% delle leggi approvate sono state di iniziativa dell'esecutivo. Poco più di 7 leggi su 10. È quanto emerge dallo studio svolto da Openpolis sulla produttività parlamentare.
Dallo studio emerge anche che "a dare le carte nel corso della XVII legislatura sono stati in pochi: dei circa 1.000 deputati e senatori, solo un centinaio è riuscito a influire sui lavori di Montecitorio e Palazzo Madama, ennesima prova - secondo Openpolis - della forte crisi di identità che sta vivendo il Parlamento".
I gruppi più attivi a Montecitorio sono dell'opposizione
Sempre in base allo studio effettuato, a Montecitorio "i 4 gruppi più produttivi sono tutti di opposizione: Lega (477,88 punti di media), Si-Sel-Pos (270,15), Movimento 5 stelle (267,52) e Fratelli d'Italia (265,81)". Al Senato la classifica è guidata da Mdp-Leu, a seguire al secondo posto il Pd mentre fanalino di coda Gal. Va spiegato, però, che nell'analisi condotta sui lavori e l'attività parlamentare, Openpolis ha preso in esame la produttività dei singoli deputati e senatori, considerandola sia dal punto di vista individuale che da quello dell'intero gruppo di appartenenza, assegnando un punteggio di produttività che varia a seconda del ruolo svolto dal parlamentare e dell'essere o meno esponente di maggioranza o di opposizione.
Inoltre, poichè "l'abituale dinamica maggioranza-opposizione è mutata in uno scontro fra il governo e l'opposizione. Una trasformazione che ha avuto delle ripercussioni nette sulle classifiche della produttività. I gruppi di opposizione, quando capaci di svolgere efficientemente il proprio mandato, sono riusciti a ottenere un punteggio elevato". E ancora: "ai gruppi di opposizione, a parità di risultato ottenuto, viene dato un punteggio maggiore (il doppio) rispetto ai membri della maggioranza. Se un deputato del Pd riesce a far approvare una sua proposta di legge riceve 40 punti, se lo stesso riesce a fare un membro di Forza Italia (opposizione) il punteggio è di 80".
"Per una semplice questione numerica - spiega ancora Openpolis - è molto più facile far passare un atto per l'esponente di un gruppo che sostiene il governo, e per questo motivo il lavoro dei membri dell'opposizione assume un'altro peso. Se da un lato quindi i gruppi di opposizione tendono a produrre di più, quelli di maggioranza invece hanno risultati relativamente scarsi. Con un governo tuttofare - osserva Openpolis - il raggio di azione dei parlamentari che fanno parte dei gruppi che sostengono la maggioranza è ridotto. Se non si viene nominati relatori di provvedimenti governativi, è molto difficile per deputati e senatori di maggioranza far sentire la propria voce".
La produttività dei singoli parlamentari
Quanto alla produttività dei singoli parlamentari, "il 68% dei primi 25 classificati a Montecitorio ha un ruolo chiave. Dalla capolista Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia, al presidente della commissione Affari costituzionali Mazziotti (20 in classifica), passando per i vice presidenti Palese (6 in classifica, FI - commissione Bilancio) e Tancredi (14 - Ap, commissione Politiche Ue). In totale a Montecitorio sono 8 i parlamentari che hanno superato i 1.000 punti.
Tra questi, due non hanno una 'key position': Marco Causi (3 - Pd) che è stato relatore del decreto Imu e del decreto lavoro, e David Ermini (7 - Pd) relatore sia del decreto carceri che del decreto risarcimento detenuti. In questa speciale classifica troviamo 5 membri della maggioranza, tutti del Partito democratico, e 3 membri dell'opposizione: Gianluca Pini (2 - Lega, capogruppo commissione Esteri), Massimiliano Fedriga (4 - Lega nord, capogruppo) e il già menzionato Rocco Palese (6 - Forza Italia, vice presidente commissione Bilancio). Al Senato, al primo posto Pagliari (Pd) - Capogruppo Commissione Affari costituzionali, al secondo Santini (Pd), Capogruppo Commissione Bilancio, al terzo Casson (ex Pd passato poi nel gruppo Art.1-Mdp)".