Il caso banca Etruria torna a scuotere il governo dopo l'audizione del presidente di Consob, Giuseppe Vegas, alla commissione di inchiesta sul sistema bancario. Vegas riferisce infatti di un incontro avuto con l'attuale sottosegretaria della Presidenza del Consiglio, ai tempi in cui era ministro delle Riforme, e sottolinea: "Sì, ho parlato con l'allora ministro Boschi" di Banca Etruria, "mi venne prospettato un quadro di preoccupazione perché Etruria poteva essere incorporata da Bpvi e questo sarebbe stato di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l'oro".
Parole che vengono lette a sinistra e a destra del Pd come la prova che Boschi ha mentito in Parlamento, quando si presentò alle Camere assicurando di non aver fatto alcuna pressione. Una linea difensiva che Boschi mantiene anche oggi, davanti alle accuse delle opposizioni che le attribuiscono “scarsa trasparenza” e le chiedono di dimettersi.
La sottosegretaria, nello studio tv di Lilli Gruber, ribadisce di “non avere sbagliato” ad incontrare Vegas, dato che è prerogativa di un ministro del governo incontrare il capo della Consob, autorità di vigilanza sul mercato finanziario. Di più: a chiedere l’incontro sarebbe stato, dice Boschi, lo stesso Giuseppe Vegas che con un sms la invitava “a casa sua alle 8 di mattina, ma risposi che ci dovevamo vedere al ministero”. Ma la ministra delle Riforme del governo si sofferma anche sugli incontro con l’ex ad di Unicredit, Ghizzoni, con il quale si è vista, dice, “più volte, anche in occasioni pubbliche al ministero, senza chiedere nulla che potesse favorire Banca Etruria”.
Renzi: niente di strano nell'incontro
A pochi minuti dall’intervista di Boschi, tocca a Matteo Renzi comparire negli studi di La7, al microfono di Corrado Formigli. Il segretario del partito segue la stessa linea difensiva: niente di strano nell’incontro tra Boschi e Vegas. "Sono curioso di capire chi vince la causa civile fra Boschi e De Bortoli. Da quello che si è letto oggi da parte di Vegas, credo che le pressioni non ci siano state" ha aggiunto Renzi. "Sono sconvolto dal fatto che questo tema sia una gigantesca operazione di distrazione di massa. In questi anni ci sono state ruberie, come in Mps, scandali finanziari, c'è stato un sistema che non ha funzionato e io penso che si debbano cambiare delle cose" ha sottolineato. "Da due anni i media parlano quasi esclusivamente di Banca Etruria: chi sbaglia deve pagare e i controlli, anche su Banca Etruria, non hanno funzionato", dice. "Va benissimo che ci sia un faro acceso su Etruria, ma rivendico al mio governo di aver mandato a casa il padre della Boschi. Seguendo le leggi, Bankitalia apre la procedura, ma poi spetta al governo il commissariamento".
Intanto però l’attacco di Lega, M5s ed Mdp è destinato a durare, anche oltre la fine della legislatura. "Noi chiediamo due cose subito: anche se è finita la legislatura, la sottosegretaria Maria Elena Boschi se ne deve andare a casa subito, anche perché questo governo resterà in carica fino alle prossime elezioni per l'ordinaria amministrazione. E secondo: chiediamo che il Pd non ricandidi Boschi perché in questo caso ci confermerà che tutto il partito è coinvolto nello scandalo banche, come probabilmente è", dice il candidato premier del M5s Luigi Di Maio. I Cinque stelle chiedono anche che la Boschi non partecipi al Consiglio dei ministri che si dovrà esprimere sul rinnovo dei vertici della Consob. La riunione potrebbe tenersi il 23 dicembre. "L'audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, non lascia dubbi: l'allora ministro Boschi ha mentito al Parlamento, perché si è occupata attivamente della vicenda di Banca Etruria nella sua qualità di membro del governo. Ora la Boschi abbia un briciolo di dignità e si dimetta da ogni incarico e non si ricandidi alle prossime elezioni", rimarca il senatore e coordinatore delle segreterie della Lega Roberto Calderoli. E anche Roberto Speranza di Mdp si unisce al coro.
Una menzogna oppure no?
La risposta di Boschi e quella dello stato maggiore del Partito Democratico non si fa attendere e, mentre l'audizione è ancora in corso, scrive sui social network: "Chi mi chiede le dimissioni perché avrei mentito in Parlamento deve dirmi in quale punto del resoconto stenografico avrei mentito. E i giornalisti hanno il dovere di indicare il passaggio in cui avrei mentito al Parlamento". E per facilitare il lavoro di ricerca, l'esponente del governo allega lo stenografico dell'Aula del 18 dicembre 2015. "Ho incontrato più volte il presidente della Consob. Mai e poi mai ho fatto pressioni. Mai". Le opposizioni, con il Movimento 5 Stelle in testa, la prendono ala lettera e Alessandro Di Battista riporta sui social network le parole pronunciate da Boschi in Aula, "non c'è alcun favoritismo, non c'è alcuna corsia preferenziale", e commenta rivolto alla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio: "Sono parole tue. E invece chiami Vegas, ti fai ricevere a Milano e gli esprimi preoccupazione non per il sistema bancario (comunque eri Ministro per i Rapporti per il Parlamento) ma per la 'banchetta di famiglia'". Chi non parla di dimissioni è Forza Italia che, tuttavia, con Renato Brunetta segnala una "grave mancanza di trasparenza" da parte dell'esponente del governo.
Nel Partito Democratico si ragiona, intanto, su quanto sta avvenendo. Il sospetto di alcuni parlamentari renziani è che dietro la sortita di Vegas ci sia la volontà di 'punire' il partito per la mozione contro Consob e Bankitalia. La linea, al momento, è quella di fare quadrato attorno alla sottosegretaria. Il tesoriere Bonifazi 'invita' Di Maio, Di Battista e il resto del 'partito delle dimissioni subito' a citare il passaggio in cui Boschi avrebbe mentito. Orfini posta su Twitter il video dell'intervento della sottosegretaria in Aula e chiosa, "vediamo se qualcuno ha voglia di fare il fact checking e scoprire se la bugia è della Boschi o del terzetto", Calderoli, Speranza, Di Maio.