"Che la Lega si chiamerà Lega mi sembra chiaro da mesi: non è un mistero. Su questo 65 milioni di cittadini penso che non vedano l'ora di votare". Matteo Salvini, incontrando i giornalisti, davanti al cancello di via Bellerio, al termine della riunione del consiglio federale, sembra sicuro e sereno. Il dado è tratto, via quel Nord dal simbolo, la Lega punta ad essere un partito nazionale. "La Lega ha ambizioni di governo a livello nazionale, avrà un unico simbolo a livello nazionale, e si presenterà come Lega in tutti i collegi e in tutte le città d'Italia: su questo l'intero consiglio federale è assolutamente concorde", ha proseguito Salvini. "Sono tre anni che la Lega si batte a livello nazionale per trasformare l'Italia in un Paese federale - ha proseguito - quindi, contiamo di essere l'unica forza politica in Europa del gruppo dei cosidetti populisti che andrà al governo nei prossimi mesi".
Salvini ha spiegato che il cambiamento riguarderà il simbolo, il contrassegno elettorale. Cambierà anche il nome del partito? "Non ci sarà un congresso federale - ha risposto, facendo riferimento al passaggio obbligatorio per cambiare il nome del Movimento - non possiamo andare a congresso quattro mesi. All'ultimo congresso la mia politica è passata con più dell'80 per cento dei voti e la linea era assolutamente chiara".
Pollice verso della minoranza interna alla Lega nord alla decisione di presentarsi alle politiche con il simbolo Lega, senza 'nord', come confermato da Matteo Salvini. "Io sicuramente non sono d'accordo e, per quanto ne so, nemmeno Umberto Bossi è d'accordo", afferma l'assessore lombardo Gianni Fava, che sui temi 'nordisti' aveva sfidato Salvini alle primarie per la segreteria. "Voglio chiarire però che vanno distinti i livelli perchè si sta creando confusione - aggiunge Fava - La Lega nord non cambia nome, per fare ciò sarebbe necessario un congresso federale. Salvini ha detto che cambierà il contrassegno elettorale".
"Non voglio rimanere in un partito in cui il segretario decide da solo il cambio del nome", avrebbe detto Bossi durante la riunione secondo il Corriere. Per il fondatore (che avrebbe dato a Salvini del nazional fascista), anzi, nel simbolo "la parola Nord andrebbe scritta più in grande".
"Lo dico - aggiunge Fava - perchè sto ricevendo decine di telefonate di militanti preoccupati. Se vi fosse un cambiamento del genere in molti sarebbero pronti ad abbandonare la Lega". "Io insisto - prosegue - la Lega nasce ed è il sindacato del nord. Le istanze storiche sono entrate nel DNA dei cittadini e i referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto ci hanno dimostrato come i nostri temi sono stati fatti propri da un elettorato che va oltre la nostra capacità elettorale. Abbandonare quella strada per sceglierne una con contorni non identificati sarebbe sbagliato. Cambiare il simbolo non serve. Ci è stato raccontato in questi anni che il consenso della Lega è salito a doppia cifra e lo ha fatto con quel simbolo, Lega Nord. Non vedo perchè cambiare. La Lega è la Lega nord non mi vergogno delle mia storia e molti militanti che non sono dirigenti come me hanno bisogno di chiarezza".
Non è invece legata a questa decisione dei Salvini la scelta di Roberto Calderoli di lascere il gruppo leghista al Senato per approdare a quello misto. La scelta non sarebbe frutto di un fatto ideologico o polemico nei confronti di una Lega non più nordista e indipendentista ma andrebbe collegata al blocco dei conti stabilito dal tribunale di Genova nel processo nel quale sono già stati condannati Umberto Bossi e l'ex tesoriere Belsito.
Bossi: "Salvini gradirebbe che me ne andassi"
In una dichiarazione all'Agi, Umberto Bossi ha bocciato senza appello la decisione di Matteo Salvini di presentarsi alle politiche col simbolo Lega, senza 'Nord'. "Lui pensa di prendere più voti se toglie la parola 'Nord' e invece non è vero", dice il fondatore del Carroccio all'AGI, "anzi, c'è il rischio grosso di perdere voti al Nord", aggiunge. "Il nome rimane Lega Nord, cambia solo il simbolo: è come se facesse un imbroglio", continua, ma un imbroglio "dannoso perché innesca un processo anti-identitario che può allontanare la gente al Nord".
Ma perché fare questo cambiamento ora dopo i referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto? "Si vede che i referendum non gli piacevano - risponde -. Salvini vuol diventare premier; cosa che non succederà mai". Lascerà il Movimento? "Per adesso tengo duro - assicura -. Ma per me la Lega è sempre stato uno strumento per liberare il Nord, se non lo è piu' vedrò cosa fare. Prima Salvini non mi fa parlare a Pontida, poi toglie 'nord' e dice 'È così', chi non ci sta è fuori': mi sembrano tutti segnali a me, Salvini gradirebbe che me ne andassi".