Come è successo che la 'bomba' Consip rischia di esplodere nelle mani degli inquirenti

Agf -  Henry John Woodcock e Matteo Renzi

Ora il Csm vuole fare chiarezza su Woodcock

 Foto: Alessandro Serranò / AGF -  Consip, sede di Roma (Agf)

Levata di scudi (con qualche eccezione) in difesa di Renzi

  • "Inaccettabili comportamenti che screditano le istituzioni" Paolo Gentiloni
  • "Di fronte a una falsità costruita ad arte per mistificare le cose non reagiamo arrabbiati, ma con un sorriso zen di chi sa che alla fine gli verrà data ragione», chiosa il segretario, aggiungendo che «il tempo è galantuomo» e che «la verità ha le gambe lunghe e quando arriva vale doppio" Matteo Renzi
  • "Ciò che esce fuori è inquietante" Graziano Del Rio
  • "E' eversivo se un pm suggerisce informative agli stessi investigatori che suggeriscono ad un altro pm di colpire Renzi" Franco Mirabelli (capogruppo dem in commissione antimafia)
  • "Quello che emerge su Consip mi sconcerta da cittadina e da esponente del governo" Teresa Bellanova (vice ministro Pd)
  • "Ciò che sta emergendo su Consip è scandaloso e preoccupante per la tenuta democratica" Angelino Alfano
  • "È inquietante il comportamento dei carabinieri che hanno indagato" Pier Ferdinando Casini
  • "Sul caso Consip vedo tanti sepolcri imbiancati. Cosa fecero per Berlusconi?" Renato Brunetta

​Un po' d'ordine

  • Agosto 2016: gli inquirenti ascoltano una conversazione ambientale negli uffici della Romeo Gestioni a Roma. Ci sono l'imprenditore Romeo e Carlo Russo, intimo amico del padre del segretario del Partito democratico. I due discutono di affari e fanno riferimento a un presunto ruolo di Tiziano Renzi. Il nome di Russo finisce nel registro degli indagati accusato di traffico di influenze illecite.
  • 15 dicembre 2016: i pm Woodcock e Carrano chiedono e ottengono dal gip di intercettare anche Tiziano Renzi per ascoltare le conversazioni che poteva avere con Romeo, il quale era iscritto per reati associativi e contro la Pubblica amministrazione.
Vai all'articolo…