Il principale strumento per la lotta alla corruzione, pronto per essere dato in mano a magistrati e forze dell'ordine, è ancora fermo al palo. Da seicento giorni. Si tratta della legge a tutela dei cosiddetti whistleblower, letteralmente 'soffiatori di fischietto', che identificano un individuo che denunci pubblicamente o riferisca alle autorità attività illecite o fraudolente all'interno del governo, di un'organizzazione pubblica o privata o di un'azienda.
Per la petizione a sostegno dell'approvazione della legge sono state raccolte 60mila firme e sono state presentate al presidente del Senato Pietro Grasso che a Palazzo Madama ha ricevuto i rappresentanti di Riparte il Futuro e Transparency International Italia. L'atto simbolico, si legge sul Messaggero, ha fatto seguito alla manifestazione organizzata dalle due associazioni in piazza della Rotonda a Roma a cui era presente anche Raffaele Cantone, presidente dell'Anac.
Cantone: "La riforma sui whistleblower è indispensabile"
"Nuove regole per questa materia sono necessarie, soprattutto in un contesto culturale come il nostro, tradizionalmente poco propenso a questo tipo di segnalazioni", ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, intervenendo all'evento nella piazza del Pantheon di Roma. "La riforma sulla tutela dei whistleblower è indispensabile, noi la riteniamo un passo in avanti culturale nella lotta alla corruzione - ha aggiunto Cantone -. La nostra presenza qui sta proprio a significate un sostegno a questa battaglia".
Ecco perché bisogna fare presto
"Riteniamo che questa battaglia sia giusta e che la legge sul whistleblower debba essere approvata al più presto - ha detto ancora Cantona -. Non si tratta di tutelare chi denuncia anonimamente: il wistleblower è un soggetto che ci mette la faccia ed è giusto tutelarlo. Chiudere questa iniziativa legislativa sarebbe un gesto importante da parte del parlamento". Poi, come si legge sul Sole 24 Ore, ha aggiunto: "Le esperienze pratiche dimostrano molto spesso che chi denuncia si trova isolato all'interno del proprio lavoro e all'esterno. Non essendoci una tutela il lavoratore rischia di avere danni significativi. Questo è un istituto che fa fatica ad essere inserito nel nostro panorama culturale, non è un caso che non riusciamo a trovare nemmeno un nome in italiano, perché tutte le parole tradotte dall'inglese finiscono per avere una connotazione negativa".
Non avremo una seconda possibilità
"La lotta alla corruzione deve essere una priorità - ha sottolineato David Del Monte, Direttore Esecutivo di Transparency International Italia - perciò chiediamo ai senatori di approvare al più presto la legge o rischiamo di non avere una seconda possibilità, con un conseguente danno per tutta la collettività". Per Federico Anghelè responsabile relazioni istituzionali di Riparte il futuro "la tutela di chi segnala illegalità sul posto di lavoro è uno dei principali capisaldi di un efficace apparato di prevenzione della corruzione. A dimostrarlo sono quei Paesi che già hanno introdotto norme sul whistleblowing, sempre più numerosi in Europa e nel mondo".
Il ddl approvato alla Camera il 21 gennaio 2016
Il disegno di legge a tutela dei whistleblower è stato già discusso e approvato alla Camera dei Deputati il 21 gennaio 2016. Da allora sono passati 600 giorni ed è ancora fermo in Commissione Affari Costituzionali al Senato. La proposta è stata già esaminata. discussa ed emendata. Ora deve solo essere approvata dalla Commissione per la votazione finale a Palazzo Madama.
Chi sono i whistleblower
Sono sempre di più i cittadini che decidono di segnalare e che per questo rischiano ripercussioni: sono state 252 le segnalazioni ricevute da Anac nel 2016 e 263 nei soli primi cinque mesi del 2017. A segnalare sono soprattutto i dipendenti pubblici (inclusi i docenti, i ricercatori universitari e il personale sanitario), seguono poi la categoria dei dirigenti, il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), i casi anonimi, i consiglieri comunali e infine i militari.
Ritardi negli enti pubbici
Molti enti pubblici, scrive Repubblica, non hanno ancora attivato una procedura interna per ricevere le segnalazioni dei dipendenti, nonostante sia obbligatoria da quando è stata approvata la legge anticorruzione nel 2012. Il 13% dei Comuni italiani capoluogo di Provincia non ha ancora una procedura, come evidenzia il rapporto "Segnalare la corruzione nei Comuni" pubblicato oggi da Civico97, Transparency International Italia e Riparte il Futuro. La legge del 2012 dedica un solo articolo al whistleblowing e non c'è nessun cenno a strumenti o istituti che incentivino le segnalazioni. Un ultimo appello all'approvazione della legge arriva anche da Federico Anghelè, responsabile relazioni istituzionali di Riparte il Futuro: "I dati internazionali dimostrano che il whistleblowing è uno strumento essenziale per prevenire la corruzione, è questo il momento giusto per approvare la legge anche in Italia".
M5s pronto a ritirare emendamenti
"Chi denuncia la corruzione va tutelato. Il Senato approvi immediatamente la legge a prima firma Francesca Businarolo (Movimento 5 Stelle) sul Whistleblowing". Lo dichiarano i parlamentari di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle che sono scesi piazza del Pantheon per partecipare alla manifestazione promossa dalle associazioni Riparte Il Futuro e Trasparency International. "Dopo l'approvazione in prima lettura alla Camera la legge è ferma al Senato da più di 600 giorni - hanno spiegato Francesca Businaroli ed il senatore pentastellato Vito Crimi -. Per favorire l'approvazione di questa norma il Movimento 5 Stelle ritirerà tutti i suoi emendamenti. Anche le altre forze politiche facciano lo stesso".