L'Italia prepara l''opzione nucleare' per superare la crisi dei migranti

di Nuccia Bianchini
(Afp)
  -  Migranti in arrivo in Italia

Manconi: "E' previsto dalla norma vigente"

Le altre due strategie del governo

  1. SENTENZA SUI MIGRANTI RESPINTI IN CROZIA
    Si attende a breve con grande interesse una sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue che potrebbe cambiare lo scenario ribaltando l'applicazione del Trattato di Dublino. E in particolare dell'articolo 13 che, come si legge su La Stampa, prevede che la responsabilità dell’asilo sia del Paese di primo sbarco: ovvero, chi arriva in Italia tocca all’Italia. Questa, almeno. è la prassi interpretativa. In realtà il Trattato è in parte diverso: dice che il Paese di primo approdo è il posto dove fare richiesta di asilo solo se si è entrati illegalmente. Ebbene è pendente presso la Corte di Giustizia Ue il caso di due immigrati, uno siriano e uno afghano, entrati in Croazia nel 2015 e a cui fu consentito di andare uno in Austria e uno in Slovenia per chiedere asilo.

    Le richieste furono respinte sulla base dell'accordo di Dublino e il 26 luglio la Corte Europea di Giustizia dovrà chiarire se fosse giusta questa interpretazione. L'avvocato generale della Corte, la relatrice della decisione, ha già dato ragione ai due profughi, sostenendo che questo tipo di ingressi non possono essere considerati illegali. Qualora la Corte accogliesse questa linea, darebbe ragione all'Italia che nega si possano ritenere arrivi illegali quelli di persone salvate in acque internazionali, secondo gli obblighi del diritto internazionale del mare e della Convenzione di Ginevra sui diritti umani, da navi della Marina militare italiana, fatti sbarcare nei porti italiani e registrare negli hotspot. Pensare che questi arrivi siano illegali e' un controsenso, sostiene il governo.
  2. LA PROPOSTA DEI GIURISTI DI SANT'EGIDIO
    C'è poi anche la proposta suggerita dai giuristi della Comunità di Sant'Egidio e che potrebbe risolvere un volta per tutti la questione della ripartizione dei migranti tra i Paesi Ue: la direttiva Ue del 20 luglio 2001, numero 55, concepita dopo la crisi jugoslava per far fronte all'afflusso massiccio di sfollati. La direttiva prevede la concessione della protezione temporanea agli sfollati e nello stesso tempo promuove l'equilibrio degli sforzi tra i Paesi che ricevono gli sfollati.

    Dunque, anche in questa coso si potrebbe superare il blocco di Dublino 3, secondo cui il migrante dove aspettare il riconoscimento di rifugiato nel Paese dove è stato accolto. In virtù della direttiva, tutti i Paesi europei si potrebbero prendere una parte dei migranti e riconoscere loro la protezione temporanea. Per recepire la direttiva in Consiglio europeo occorre la maggioranza qualificata, 14 Paesi su 27. Il governo dunque dovrebbe cercare accordi intergovernativi con alcuni Stati per applicare da subito la direttiva.

Sottosegretario Giro: "Dobbiamo trovare alleati"

Vai all'articolo…