Secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano il Giornale ci sono 55 deputati e senatori del moVimento 5 stelle che ad inizio legislatura avevano un reddito basso o pari a zero. E, secondo la ricostruzione del giornale diretto da Alessandro Sallusti, non avrebbero per questo nessuna intenzione di correre alle urne.
“Non a caso in molti tra i 5 stelle stanno pressando perché venga abolito il limite al secondo mandato” scrive Il Giornale. Ancora più perché a 6 mesi dalla naturale scadenza della legislatura, fissata a febbraio 2018, il futuro di alcuni parlamentari pentastellati “è un punto interrogativo”. "Sono ben 31 (3 dei quali già espulsi) i parlamentari del Movimento 5 stelle che per l'anno 2012, prima di diventare onorevoli cittadini, avevano presentato una dichiarazione dei redditi pari a zero. Almeno 50 nel complesso quelli mediamente a ridosso della soglia di indigenza", scrive Il Giornale.
Com'è cambiato il reddito dopo il 2012
Ciò che accomuna gli onorevoli e i senatori penta stellati è il miglioramento della situazione economica, anche se con qualche differenza.
Luigi Di Maio: il vicepresidente della camera dei deputati nel 2012 dichiarava al fisco zero euro, ma oggi ha uno stipendio annuale di oltre 99 mila euro.
Alessandro Di Battista: nel 2012 il deputato alla Camera dichiarava di avere 3.176 euro di reddito annuale e una partecipazione in una Srl. Oggi guadagna 99 mila euro ogni anno.
Roberto Fico: il membro della Vigilanza della Rai nel 2012 aveva un redditto pari a zero.
Ad aver presentato nel 2012 redditi pari a zero, o quasi, sono:
- Daniela Donno, senatrice;
- Vilma Moronese, senatore;
- Vito Petrocelli, senatore ed ex capogruppo: reddito negativo di -296 euro;
- Emanuele Cozzolino, deputato: 24 euro;
- Mirella Liuzzi, deputata: 114 euro;
- l’ex grillina Monica Casaletto, ora Gal: a carico del coniuge.
Fra i personaggi più importanti del moVimento, sempre nel 2012, hanno dichiarato un reddito basso:
- Carlo Sibilia, deputato:19 mila euro;
- Angelo Tofalo, deputato: 13 mila euro;
- Riccardo Nuti, deputato: 27 mila euro,
- Carla Ruocco, deputata: 26 mila euro.
- Roberta Lombardi, deputata ed ex capogruppo: 22 mila euro;
- Michele Giarrusso, senatore: 9.800 euro;
- Paola Taverna, senatrice ed ex capogruppo: 16 mila euro
- Vito Crimi, senatore: 23 mila euro;
- Carlo Martelli, senatore: 2800 euro.
"Per questo che ultimamente i pentastellati hanno smesso di dire 'vaffa' alla legislatura e si sono messi a sabotare la legge elettorale che avevano giurato di votare" scrive il Giornale. Che spiega: “Tra stipendio base, indennità e assegno di fine legislatura” ogni parlamentare potrebbe guadagnare ancora un “totale approssimativo di circa 100 mila euro puliti. Mediamente lo stipendio di un parlamentare si aggira sui 13mila euro netti al mese (tralasciando le eventuali restituzioni previste dai contratti interni nel Movimento). Arrivando al voto a normale scadenza di legislatura, cioè intorno a febbraio 2018, ci sono altri 6 mesi di stipendio assicurati per un totale approssimativo di circa 100mila euro puliti. Chi glielo fa fare di rincorrere le urne?”, si chiede ironicamente il quotidiano che dedica al servizio le prime pagine.