I partiti politici italiani sono sempre più alla ricerca di una ‘nuova casa’, di nuovi format organizzativi più innovativi e moderni. “La politica vive da anni una fase di transizione” che vede un “numero crescente di cambi di gruppo” e la “nascita di nuovi schieramenti politici”. Lo scrive l’osservatorio civico per la politica Openpolis nel suo dossier 'Cogito ergo sum'.
Lo studio spiega come l'aumento del numero di 'think tank', fondazioni e associazioni politiche risponda a un vuoto nel campo della “condivisione di idee sulla cosa pubblica”.
'Think tank' e fondazioni politiche in Italia
Openpolis ha individuato 102 strutture, sostenute dal lavoro di 2.520 persone, che costituiscono quella rete di fondazioni e associazioni politiche che sta sostituendo i partiti. La maggior parte di questi think tank ha legami con la politica, ma le loro attività variano in base alla loro natura e nel dossier si individuano 3 macro aree:
- Formazione politica e ricerca 32,5% - Organizzazioni più grandi e strutturate che mirano a diventare centri di formazione e ricerca accademica.
- Policy making tematico 14,7% - Entità specializzate su tematiche specifici sulle quali danno linee guida e impostazioni teoriche.
- Aggregazione politica 53% - Centri che intendono essere una componente attiva all'interno di un partito o luoghi nei quali gli ideali politici sono coltivati e discussi.
Oggi i 'think tank' si occupano di aggregazione politica o sono una componente di un partito. Questo fenomeno è si è innescato dopo il 2000, con il 93% di associazioni nate in questo periodo. E’ la prova di quanto la politica sia cambiata negli ultimi anni: il 77,3% delle organizzazioni nate fra il 1950 e il 1999 si occupavano di ‘formazione politica e ricerca accademica’, oggi ritenuta secondaria.
La costante presenza dei politici ai vertici
Nelle 102 associazioni e fondazioni politiche italiane la presenza dei politici ai vertici “sembra essere una costante”. Fra incarichi dirigenziali e di rappresentanza la loro presenza su queste poltrone è pari al 51,8%. Lo studio di Openpolis ha evidenziato che i membri di queste strutture sono in prevalenza:
- Politici 33,5 % - La loro presenza sale al 67,7% nelle strutture che fanno aggregazione politica, mentre scende al 40% in altre organizzazioni. Il 24,8% di loro ricopre incarichi di ricerca e il 28,8% altre mansioni.
- Accademici 33% - Poco meno del 50% di loro ricopre incarichi di ricerca e solo il 13,7% ricopre incarichi dirigenziali.
- Imprenditori/dirigenti 12,1% - Svolgono soprattutto incarichi dirigenziali o altre mansioni.
- Giornalisti, avvocati e dirigenti pubblici 10,5%.
L’area politica di appartenenza
La presenza di deputati, senatori ed europarlamentari all’interno di questi 'think tank', gli ideali richiamati nei rispettivi statuti e il collegamento con i partiti nazionali ed europei ha consentito a Openpolis di inquadrare il “posizionamento politico” di fondazioni e associazioni.
- Centrosinistra 34,3%.
- Centrodestra 22,5%.
- Centro e/o liberale e bipartisan 14%.
- Sinistra e destra 7-6%.
- MoVimento 5 stelle 2%.
Centrosinistra e centrodestra si dividono le fette più grandi della torta, mentre il MoVimento 5 stelle rientra nell'analisi di Openpolis per la prima volta.
Nell'attuale pluripartitismo le principali vittime sono i partiti: “Snaturati dalla loro funzione di aggregazione e formazione politica”. Di fronte alla caduta dei partiti tradizionali, aumentano i ‘gruppi di esperti’ guidati da politici che mirano a formare una nuova classe politica e a dettare l’agenda dei valori.