Umberto Bossi lascerà davvero il partito che ha fondato, dopo la sconfitta incassata dal "suo" Gianni Fava alle primarie della Lega contro Matteo Salvini? Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, giura di no. Quel che è certo è che mai l'ex "senatur" si era scagliato con tanta durezza contro l'attuale segretario del Carroccio, reo di aver impresso al Carroccio una svolta "nazionale" che è un'inversione a U rispetto alle antiche velleità secessioniste, come nell'intervista rilasciata oggi al Giornale, che titola secco "Bossi lascia la Lega".
"Salvini non sa quello che dice"
Salvini, bollato dal vecchio leader come "brutta copia di Renzi", afferma di volere una Lega che non sia più subalterna a Forza Italia. Per Bossi, "non sa quello che dice". "Lui pensa di guadagnare consensi sull'immigrazione ma non ha capito niente", afferma, "io ho cercato di capire il suo programma, secondo me non ne ha uno. Comunque mi ha risposto: io vado al Sud, parlo un po' di immigrazione e mi danno milioni di voti. Gli ho fatto notare che al Sud non frega niente degli immigrati, perché sbarcano da lì ma poi vengono al Nord".
"Senza l'euro, l'Italia fallirebbe"
Anche la battaglia anti-euro del segretario non piace al fondatore della Lega, secondo il quale, senza l'Europa, la 'Roma ladrona' avrebbe strappato alla 'Padania' ancora più risorse: "Senza l'Europa il fallimento dell'Italia arriverebbe prima. L'Europa l'ha voluta soprattutto l'Italia. Se non ci fosse l'Europa a frenare, Roma prima di fallire si mangia il Nord".
"Le Pen? Fascisti che scoperchiavano le tombe degli ebrei"
Per Bossi l'unica strada resta quindi l'alleanza con Berlusconi. E di "lepenismo" non vuole nemmeno sentir parlare: "Quelli della Le Pen sono fascisti, sono stati fascisti non all'acqua di rose. Questi andavano a scoperchiare le tombe degli ebrei nei cimiteri. Io vengo da una famiglia antifascista. Mia nonna i fascisti l'hanno anche torturata".