"Mai l'ingerenza politica è stata così forte come in questi tempi sulla TV pubblica". E' questa la frase che fa scattare la polemica nel piovoso pomeriggio di Dogliani, dove Fabio Fazio è intervistato da Aldo Grasso per il Festival della TV e dei nuovi media. "Un'ingerenza di questo tipo non c'è azienda al mondo che possa reggerla - ha aggiunto il conduttore - si sta chiedendo alla Rai qualcosa contro natura. Io sono tra i pochi che ha il lusso di poter scegliere se andare altrove e proprio per questo lusso sento di dover dire la verità".
L'intervista di Fazio a Dogliani - Video 1 - Video 2
Per la verità la polemica non è solo sul fronte delle "ingerenze", ma anche sul tetto ai compensi in Rai su cui si è combattuta una aspra battaglia tra artisti (compresi i giornalisti e conduttori) e CdA della Rai. "Il teatrino in questi mesi è diventato su quanto guadagniamo, se questo è il problema tolgo il disturbo" ha detto.
Da dove parte la polemica
Ma per capire da dove sgorga la vena polemica di Fazio bisogna andare al botta e risposta che ha avuto con Michele Anzaldi, deputato del Pd e componente della Commissione di vigilanza Rai e che si è sviluppata proprio su questi due temi: ingerenza e compensi.
L'ingerenza
Cosa aveva detto Fazio in un'intervista a Repubblica:
- "In questi mesi abbiamo assistito a un'intrusione della politica nella gestione della Rai che non ha precedenti. La politica si è intromessa nella gestione ordinaria di un'azienda"
Cosa aveva replicato Anzaldi:
- "Il Pd non ha smarrito la strada, anzi sta seguendo quella giusta. Non abbiamo riformato il canone per permettere a una piccola casta di sopravvivere"
- "Stavolta si è creato un vulnus insuperabile. Ciò che si arriva a guadagnare deriva dal valore di ciò che si produce. Non mi paga il canone, ma la pubblicità. Non possiamo rinunciare alle eccellenze: certi volti, certi nomi, sono un valore per la tv di Stato.
- Fazio si definisce "artista-giornalista" e ritiene per questa sua caratteristica di doversi sottrarre al tetto dei 240mila euro annui stabilito per i giornalisti. Ma "questa figura non esiste". Fazio "vuole mettersi in proprio? Ben venga".
Contro Fazio era intervenuto anche il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, grilino.
Come stanno le cose (almeno per i compensi)
Il tetto ai compensi degli artisti della Rai è in vigore dal 1 maggio. E' stato introdotto con la legge sull'editoria del 2016 e stabilisce che non si possano superare i 240mila euro lordi annui. La questione da dirimere è se la norma valga per manager e dipendenti o anche per gli artisti e gli showman (come per l'appunto Fazio). In realtà una norma della Finanziaria del 2007 - l'articolo 3, comma 44, della Legge 244 - fissava un tetto per le retribuzioni in Rai dal quale però teneva fuori "la prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato". Gli artisti sono liberi, dunque. Inclusi gli attori, i registi e gli sceneggiatori delle fiction e del cinema che pure verrebbero schiacciati dal tetto stipendi a 240mila euro lordi.
All'inizio di aprile il ministero dell'Economia, in qualità di azionista della televisione di Stato, aveva scritto al cda chiedendo di approfondire con l'avvocatura di Stato la questione dei compensi per i presentatori. E di sospendere, nel frattempo, l'applicazione della norma. Il 13 aprile i consiglieri di amministrazione hanno detto 'no' e all'ad Antonio Campo Dall'Orto e al presidente Monica Maggioni non è rimasto che scrivere una lettera al ministero dello Sviluppo Economico e all'Avvocatura sollecitando un incontro.
Fazio: da dove viene, dove porterebbe andare
Fazio ha esordito in Rai nel 1982 con le imitazioni radiofoniche a Black out. Condurrà una serata sul tema della legalità, a maggio. Le tentazioni vengono soprattutto da Sky, dove potrebbe trasferirsi armi e bagagli non solo in veste di conduttore, ma anche di produttore del suo show, come lasciato intendere in un tweet: