"Non è una rivincita, è un nuovo inizio". Matteo Renzi ringrazia chi lo ha votato e gli avversari in queste primarie. "Grazie a tutte le amiche e gli amici che lavorano nel governo del Paese a iniziare da Gentiloni, a cui va tutto il sentimento della nostra vicinanza e amicizia. Ci attendiamo molto da tutti voi che lavorate nel governo e lavoreremo al vostro fianco con molta convinzione". Poi accenna anche ad un'autocritica "Ho imparato - dice - che questo non è un partito personale. Quando centinaia di migliaia di persone votano, come si fa a dire che questo è il partito di una persona?"
Orlando, insieme per battere la destra
Il diretto concorrente dell'ex premier, Andrea Orlando, assicura la compattezza del partito. "Larga vittoria di Renzi, gli ho già telefonato per augurargli buon lavoro". "Ora insieme - ha aggiunto - per battere la peggior destra del Paese. "Sono convinto che partito costruirà il centro sinistra".
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Emiliano, temo che Renzi non abbia imparato dagli errori
All'indomani della sconfitta alle primarie, Michele Emiliano tiene a sottolineare che non uscirà dal Pd. "Non scherziamo - dice in un'intervista a Repubblica - abbiamo affrontato questo scontro a mani nude proprio per stare nel Pd, perché questo è il nostro partito". E comunque le parole sul vincitore Renzi non sono affatto tenere: "Io di Renzi non mi fido. Non mi aspetto nulla da lui ma voglio capire cosa ha in testa. E' necessario ascoltare tutte le voci. Purtroppo temo che il segretario non abbia imparato dagli errori commessi". Tanto che Emiliano si dice sicuro che i fuoriusciti dal Pd e M5S stiano festeggiando per la vittoria di Renzi: "La vittoria di Renzi è la migliore cosa potesse capitargli. Il Pd oggi è un animale ferito che alle prossime elezioni rischia di stramazzare. Dobbiamo avere paura già delle amministrative".
'Renzi 2' riparte dalla legge elettorale
E ora inizia la battaglia sulla legge elettorale. Il Movimento 5 stelle ha aperto a un confronto con il Pd in commissione ma nega per ora che la merce di scambio sia un premio al partito al 35%: sul tavolo c'è il 'Legalicum', la richiesta è di "ridare sovranità piena ai cittadini e al tempo stesso ragionando su eventuali correttivi di governabilità". "L'intervista di Di Maio è durata solo ventiquattro ore...", ironizza il capogruppo dem Rosato. Il Pd chiede ai grillini di avanzare proposte concrete "e noi risponderemo".
Il neosegretario Pd pensa a un Italicum 'corretto' per il Senato
Resta la diffidenza, ma Renzi, anche per rispondere all'appello del Capo dello Stato, farà un passo avanti dopo il 7 maggio. E non chiude, riferiscono i suoi, eventualmente ad un premio più basso e neanche a togliere i capilista bloccati. L'ipotesi di partenza dunque è quella di estendere l'Italicum anche al Senato con delle modifiche anche sulle soglie di sbarramento. Ma a largo del Nazareno c'è scetticismo: "Chi decide per il Movimento 5 stelle? Di Maio o altri? E vogliono togliere sul serio i capilista bloccati? Senza un'intesa - prevedono i dem - si potrebbe anche chiedere informalmente un intervento al governo. Ovvero un decreto per apportare correttivi minimi e poi aprire la strada alle elezioni. Quando ci sarà il voto è ancora presto per dirlo. Ieri Gentiloni, rilanciando la sua immagine di premier al servizio "per rassicurare il Paese" e di uomo targato Pd, ha ribadito che occorrerà completare le riforme.
Inizia il dibattito sulla durata della legislatura
Ma la finestra del voto anticipato resta aperta e i dem renziani continuano a ritenere controproducente varare una manovra finanziaria per poi recarsi alle urne. Presumibilmente immeditamente dopo le primarie si riapre il dibattito sulla durata della legislatura anche se Renzi più volte ha ripetuto che a decidere saranno il presidente del Consiglio Gentiloni e il Capo dello Stato Mattarella. Tanti gli ostacoli sulla via delle elezioni anticipate, a cominciare dalla eventualità di arrivare all'esercizio provvisorio. Dipenderà poi dal dibattito sulla legge elettorale, perchè i dem continuano a ritenere che in realtà i Cinque stelle non vogliano alcun accordo. Il primo passaggio è stato quello delle primarie che ha consegnato all'ex premier un consenso molto alto e adesso tutti dovranno fare i conti con un segretario forte in grado di rilanciare il Pd.