Lo sciopero pasquale dell'outlet di Serravalle è fallito, ma nonostante questo Luigi Di Maio torna a difenderne le ragioni con un post su Facebook. La questione dell'apertura domenicale degli esercizi commerciali continua a sollevare polemiche e la protesta di circa 300 persone a Serravalle dimostra che la soluzione è ancora lontana.
Facciamo il punto sulla vicenda.
Perchè a Serravalle Scrivia volevano scioperare
Serravalle è il grande outlet d'Italia e d'Europa. La multinazionale McArturGlen vi ha investito 115 milioni di euro e ospita 250 negozi di grandi marchi della moda. Impiega circa 2.500 persone. I sindacati hanno contestato le aperture a Pasqua e Santo Stefano, due giorni in più rispetto al passato, e, più in generale "le condizioni di lavoro e gli orari nei negozi outlet", come ha scritto La Stampa "e il rifiuto di McArthurGlenn di sedersi a un tavolo di trattativa, anche invitati dagli amministratori locali". Non succedeva dal 2000 che l'outlet rimanesse aperto a Pasqua. Dal 2015 un disegno di legge per regolamentare le aperture nei giorni di festa è fermo al Senato.
Com'è andato lo sciopero
Circa 300 lavoratori in corteo e solo 4 negozi rimasti chiusi su 250 polizia che ha vigilato con discrezione sulla giornata che si annunciava carica di tensioni ma che alla fine non ha riservato fuori programma, scrive il Corriere della Sera. Fino alle 11 di domenica i due blocchi, uno sulla rampa d'accesso dalla provinciale da Novi Ligure, l'altro all'uscita dell'autostrada, avevano di fatto "isolato" l'outlet. Solo intorno alle 15 il parcheggio di Serravalle è tornato a riempirsi. Sabato i manifestanti avevano tentato di bloccare le vie d’accesso alle aree di parcheggio ma senza troppo successo. I numeri del 15 aprile indicano 15mila presenze con una sola attività chiusa e altre che hanno aperto qualche ora dopo per la difficoltà dei dipendenti di accedere al Centro. A Pasqua, secondo giorno di sciopero, dopo le 12 si è saliti a 17.500 presenze.
Quello strano fronte comune che va dalla Chiesa all Cgil
Per Alessio Di Labio, della Filcams Cgil nazionale, “il commercio non è un servizio essenziale paragonabile, come molti fanno, agli infermieri, vigili del fuoco o altro, cosi come non è vero che tutti i paesi europei sono sempre aperti nei giorni festivi”.
L'arcivescovo di Torino si è scagliato contro l'apertura nel giorno di Pasqua: durante l'omelia della messa in Duomo monsignor Cesare Nosiglia ha sottolineato come Torino abbia un "triste primato" nel giorno di Pasqua: "quello di considerare un giorno speciale come un giorno feriale, dove tanti supermercati sono aperti e tanti lavoratori sono costretti a lavorare non avendo così l'opportunità di vivere in famiglia una festa che accomuna tutti, credenti e laici". E ha aggiunto: "La sete di denaro e di profitto è ormai diventata l'idolo più assoluto e indiscusso a cui si sacrifica ogni altro valore. Ma questo non fa che aggravare il declino di una società verso una deriva etica e umana sempre più devastante per il nostro futuro".
Cosa c'entra Luigi Di Maio
Il parlamentare di M5S e viceopresidnete dellas Camera Luigi Di Maio ha postato su Facebook un lungo commento parlando di "effetto nullo sugli incassi" e denunciando lo "sfaldamento del nucleo familiare del negoziante e dei dipendenti".