Alla fine il mese di maggio mette tutti d'accordo. Fatta eccezione per Sinistra italiana e Movimento 5 Stelle, le forze politiche decidono di mettere fine al balletto delle date e indicare maggio, precisamente le prime settimane, come il momento giusto in cui avviare in Aula alla Camera l'esame della legge elettorale. Il 29 marzo tutti i capigruppo di Montecitorio hanno deciso di ammettere ufficialmente che finché non si sarà svolto il congresso del Pd e non si saranno tenute le primarie, fissate per domenica 30 aprile, nulla succederà di concreto sulla legge elettorale. E così, in conferenza dei capigruppo si è deciso che della legge elettorale se ne riparlerà a maggio, dopo che si sono consumati già ben due rinvii. Anzi, i capigruppo si spingono anche oltre e condividono un calendario di massima prevedendo che il via libera definitivo possa arrivare prima della pausa estiva.
Tutte le proposte in campo
- Partito Democratico tra Mattarellum e Italicum 'corretto' - Il Pd, pur continuando a sostenere che il Mattarellum sarebbe la soluzione migliore, dopo l'ennesima bocciatura da parte di ex sostenitori del sistema di voto precedente al Porcellum (oggi è stata la volta di Fratelli d'Italia e di Orlando e i suoi sostenitori), prende atto e ammette che i numeri sul Mattarellum non ci sono. Contemporaneamente, torna a farsi largo tra i renziani l'ipotesi - per la verità già circolata nei giorni scorsi, ma 'offuscata' dalle dichiarazioni pro e contro il Mattarellum - di puntare su un Italicum 'ritoccato' ovvero opportunamente modificato. Si tratta però della trentesima proposta di legge presentata in commissione lo scorso 13 marzo e mentre i vertici renziani del Pd continuavano a sostenere la linea ferma sul Mattarellum.La proposta di legge, che ha come primi firmatari i deputati renziani Fragomeli, Malpezzi, Rotta, consiste:
- In un sistema maggioritario
- Qualora nessun partito dovesse vincere, scatterebbe il proporzionale
- Ritorno del doppio turno, ma 'corretto' seguendo le indicazioni contenute nelle motivazioni della sentenza della Consulta: viene introdotta la soglia minima del 20% per poter accedere al secondo turno.
- Quorum di validità al secondo turno, pari al 50% più uno degli aventi diritto al voto.
- Per ottenere il premio di maggioranza bisogna incassare almeno il 40% dei voti sia al Senato che alla Camera.
- Il premio resta alla lista e non alla coalizione, come nell'Italicum pre-Consulta.
- Direzione Italia verso il Mattarellum - "Non ci saranno ne' staffette ne' governi stabili dopo il voto se la legge elettorale non sara' cambiata". Cosi' in una nota Raffaele Fitto, leader di Direzione Italia. "Chi pensa di vincere con il sistema proporzionale intende affermare solo la propria posizione a discapito della governabilita', destinando il Paese a una frammentazione che ci riportera' subito al voto. Noi - conclude Fitto - siamo per il maggioritario e il Mattarellum e' una buona base di partenza. Noi ci siamo. Lo abbiamo detto e oggi ancora di piu' lo ribadiamo, perche' guardiamo al futuro e alla stabilita' dell'Italia".
- Lega Nord - "Noi il Mattarellum lo votiamo domani mattina. La Lega sostiene qualunque sistema elettorale pur di far votare gli italiani", ha detto Matteo Salvini.
- Il 'No' al Mattarellum arriva invece da Forza Italia e dai centristi della maggioranza (Ap).
- Per il capogruppo di Ap in commissione Affari costituzionali alla Camera, Dore Misuraca, "La discussione sul Mattarellum oggi ha il fiato corto". Per Area Popolare si deve iniziare a ragionare sulle altre proposte in campo, più attinenti alla logica tripolare che caratterizza oggi la politica italiana e sulle quali si possa raggiungere davvero un'ampia convergenza.
- Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ribadisce il no di Forza Italia al Mattarellum. "Si faccia subito la legge elettorale, su cui ci si era impegnati. Purtroppo il Partito democratico continua, 'stop and go', ad accelerare e rallentare in ragione soprattutto - spiega Brunetta - dei suoi interessi di partito, di congresso, di potere".
- M5S punta al Legalicum - I deputati M5S della commissione Affari costituzionali sostengono che "Il confronto sulla migliore legge elettorale per il Paese dovrebbe svolgersi nella trasparenza delle Aule parlamentari e, invece, la nuova legge, volta invece solo a non far vincere il M5S, verrà decisa nel retrobottega di una sede di partito, dal futuro inquilino del Nazareno. Il tutto alla faccia della democrazia, del rispetto delle istituzioni e del normale confronto parlamentare. E' proprio per questo motivo che noi non ci siederemo più a nessun tavolo con queste persone, che non sono state in grado neanche di scrivere una legge elettorale senza farsela bocciare dalla Corte costituzionale. Si deve andare a votare con il Legalicum applicato al Senato, con un tratto di penna si potrebbe tornare alle urne in tre giorni".