Una delle critiche che vengono rivolte più spesso al Movimento Cinque Stelle riguarda la mancanza di una classe dirigente rodata. Con il tempo, in realtà, nel partito si è strutturata una gerarchia e sono emerse figure di spicco che potrebbero ambire a una poltrona nell’esecutivo in caso di vittoria alle elezioni. Non solo, i grillini hanno già da tempo allo studio i nomi da inserire in un’eventuale squadra di governo, per la precisione dalla bocciatura del referendum costituzionale che, in seguito alle dimissioni di Matteo Renzi, era sembrata per un po’ preludere a una chiamata alle urne in primavera. I retroscena pubblicati di oggi da ‘La Repubblica’ e ‘La Stampa’ hanno ricostruito come potrebbe essere un governo a Cinque Stelle. Il punto principale da sottolineare è la necessità sempre minore di ricorrere a tecnici: il Movimento ora una classe dirigente inizia ad averla. E vuole portarla alla guida del Paese.
- Presidente del Consiglio: Luigi Di Maio
La candidatura a Palazzo Chigi del vicepresidente della Camera non è un segreto per nessuno. Luigi Di Maio è il volto istituzionale del partito, contrapposto all’anima più “barricadera” incarnata da Di Battista, l’unico in grado di insidiare la popolarità del deputato campano. Alla poltrona aspirerebbe anche Roberto Fico, che avrebbe però molte meno chance.
- Ministro degli Interni: Alessandro Di Battista
Per molti versi complementari, Di Maio e Di Battista sono sin dall’inizio le due figure di maggiore spicco del partito. Il primo tranquillizza gli elettori più moderati, il secondo infiamma i movimentisti. Per questo si studia una coabitazione al vertice del governo, con “Dibba” nel ruolo di vicepremier. Probabile anche l’ipotesi Viminale, ma sarà lui a decidere se far parte della squadra o meno. Possibile quindi anche la nomina di un tecnico, magari un magistrato.
- Economia: Luigi Zingales
L’unica cosa certa è che via XX Settembre toccherà a un tecnico. I nomi che circolano sono numerosi, da Alberto Bagnai, capofila degli antieuro, a Nino Galloni, euroscettico moderato. Il favorito sembra però Luigi Zingales che, in un’intervista a ‘La Stampa’, da una parte si schermisce (“chiacchiere inutili”), dall’altra “si trova d’accordo” con alcune idee espresse da Beppe Grillo: “Insistere, di fronte alle rivoluzioni tecnologiche, a proteggere l’esistente, è suicida”.
- Esteri: Manlio Di Stefano
Filopalestinese (aveva definito “un abominio” le colonie in Cisgiordania) e vicino alla Russia, Di Stefano studia già da tempo da candidato alla Farnesina, come dimostrano i suoi viaggi in Medio Oriente. Non tutti però lo amano e c’è chi considera le sue posizioni troppo ritagliate sul modello, un po’ sorpassato, della sinistra terzomondista.
- Giustizia: Alfonso Bonafede
Per dribblare le continue accuse di essere il partito delle procure, il Guardasigilli a Cinque Stelle non sarà un magistrato ma un avvocato. E’ l’esperto ufficioso di questioni legali in casa pentastellata ed è considerato molto vicino a Di Maio. Toscano, nel 2009 aveva sfidato Renzi per la candidatura a sindaco di Firenze.
- Lavoro e Povertà: Leonardo Becchetti
L’economista romano, ordinario di Economia Politica a Tor Vergata, dovrebbe essere chiamato in squadra per occuparsi di welfare. C’è chi sostiene che si occuperà di un dipartimento specifico dedicato alla lotta contro la povertà. C’è chi sostiene che guiderà l’intero dicastero. A occuparsi in concreto del reddito di cittadinanza dovrebbe quindi essere lui.
- Riforme: Danilo Toninelli
Quando si parla di legge elettorale, sui media la palla passa spesso a Toninelli, uno dei volti più pacati e moderati del movimento. Il vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali verrebbe affiancato da Vito Crimi come sottosegretario. Alla luce delle volontà di rinnovamento dei Cinque Stelle, quello delle Riforme è destinato a diventare uno dei dicasteri più pesanti. Come ai tempi del governo Renzi.
- Democrazia Diretta: Riccardo Fraccaro
A uno dei “commissari” della giunta Raggi spetterebbe un nuovo ministero creato ad hoc che potrebbe diventare l’interfaccia governativa della piattaforma Rousseau. Incarnare nel governo l’eredità del padre fondatore Gianroberto Casaleggio spetterebbe quindi a una delle figure più controverse del movimento, protagonista di numerose gaffe, come quando accostò la ricandidatura di Napolitano al compleanno di Hitler.
- Salute: Giulia Grillo
Priva, va sempre ricordato, di alcun legame di parentela con il comico genovese padre del movimento, la nomina di Giulia Grillo a ministro della Salute, in caso di vittoria alle urne, sembra avere pochi rivali. La parlamentare catanese sarebbe coadiuvata da Paola Taverna nel ruolo di sottosegretario.