"L'Ulivo non è un'esperienza irripetibile". Romano Prodi riapre la pista dell'Ulivo, muovendo dalla constatazione che ci si trova di fronte a "un mondo che si disgrega, con Trump, la Brexit, le crepe che arrivano dappertutto". Di fronte a queste crepe, e non solo a queste, l'ex presidente del Consiglio avverte nella società "un naturale desiderio di riunirsi, uno sforzo che non mi sembra impossibile". E che va interpretato rimettendo mano a un "centrosinistra unito".
Parole che arrivano a distanza di due giorni da quelle di Massimo D'Alema il quale, a sua volta, riprendeva un ragionamento di Pierluigi Bersani, esponente di riferimento della minoranza dem: "Bersani ha detto giustamente che bisogna individuare un nuovo segretario del partito e un candidato del centrosinistra alla guida del Paese; proprio perché il Pd non appare più in grado di esprimere una vocazione maggioritaria". E proprio un bersaniano doc come Roberto Speranza sottolinea che "un centrosinistra unito è il nostro obiettivo". A condizione, però, "che si rimetta al centro la questione sociale e si archivi la stagione dell'uomo solo al comando".
Meno entusiasmo raccoglie la proposta di Romano Prodi tra la maggioranza del Partito Democratico. Quella delle future alleanze, infatti, è una questione su cui i dem non hanno mai smesso di interrogarsi. La maggioranza che sostiene il governo, e in cui trova posto il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, sta stretta alla minoranza Pd, sempre più alla ricerca di un dialogo con Sinistra Italiana. Il tema, dunque, non sembra essere "centrosinistra sì o centrosinistra no", quanto "centrosinistra con chi".
E la risposta che proviene dalla sponda renziana del partito sembra senza appello: "Certo, non con Fassina e D'Attorre". Meglio, dunque, guardare al progetto "Campo progressista" lanciato da Giuliano Pisapia. Si tratta di mettere insieme le forze migliori presenti sul territorio, senza perdere di vista quello che accadrà durante il 2017, con i congressi di Partito Democratico e Sinistra Italiana. Ma soprattutto, con gli occhi ben puntati al Palazzo della Consulta e alla decisione che la Corte Costituzionale prenderà sull'Italicum. E' Ivan Scalfarotto a mettere in evidenza che "con le ultime interviste rilasciate" Massimo D'Alema "non aiuta il lavoro di ricostruzione del centrosinistra. Intorno al Pd si può aggregare un mondo molto ampio, in teoria non dovrebbe essere un problema". Ma solo "in un mondo normale". Nel nostro, invece, "chi si scaglia contro le grandi coalizioni sono gli stessi che lavorano a una legge elettorale proporzionale e che si fanno promotori dei comitati contro le riforme costituzionali". Proprio la legge elettorale sembra essere la chiave di volta in grado di reggere una nuova unità del centrosinistra. E, infatti, il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini sottolineando di aver "molto apprezzato le parole di Romano Prodi sul riformismo e il lavoro che attende il campo progressista" aggiunge che "il Partito Democratico ritiene proprio il Mattarellum lo strumento migliore per corrispondere alla sfida dell'Ulivo, una sfida che noi intendiamo onorare in Parlamento come nel dibattito pubblico, dopo i tre anni di grande lavoro del governo Renzi e a sostegno del governo Gentiloni".