Roma - “Staino hai distrutto l’Unità, te lo dice il migliore dei renziani”. L’attacco al vignettista-direttore del quotidiano di riferimento del Pd viene da Fabrizio Rondolino in una delle lettere pubblicate nella rubrica “Caro Direttore…”. L’ex editorialista dell’Unità, ribadisce quanto affermato già il 13 gennaio in un’intervista a Radio Cusano: “caro direttore, non dare ora la colpa ad altri”. Staino ha “distrutto il giornale con boria e insipienza”, scrive. Poi aggiunge, togleindosi qualche sassolino dalle scerpe: “Ti chiedi perché ai renziani l’Unità interessa poco o niente, ma ti dimentichi di aver proibito al migliore e al più noto dei commentatori renziani di continuare a scrivere sul tuo foglietto”.
Ma non c’è solo Rondolino a scrivere a Staino sul numero di oggi dell’Unità, di nuovo in edicola dopo lo sciopero per l’annunciato licenziamento di 12 giornalisti e l’imminente messa in liquidazione dalla testata. A scrivere sono semplici iscritti e nomi noti del Pd. Tra questi ultimi c’è il collega vignettista Vincino che lancia una proposta che sa di antico: “Caro Sergio, fai un numero doppio eccezionale de l’Unità: una parte normale e una disegnata con l’aiuto di tutti noi e anche noi presi da vignette del passato cioè da ‘Tango’ e ‘Cuore’. Per una sinistra colorata e di governo – conclude -. E qui lo dico e qui lo nego”.
A parte l’attacco di Rondolino e la proposta di Vincino, la linea dei lettori è comune e chiara nel chiedere al Pd di “non abbandonare l’Unità” perché è “uno strumento di appartenenza e comunicazione”, perché da sempre “è una voce fondamentale per il pluralismo dell’informazione” e, aggiunge un lettore, “non possiamo fare a meno di questo esempio di libertà”. In attesa che Renzi rompa il silenzio in cui si è chiuso e di cui ha parlato il 12 gennaio Staino quando ha pubblicato la mail senza risposta inviata il 23 dicembre 2016 al premier, il popolo della sinistra manda messaggi di solidarietà al direttore e alla sua redazione. Ma la soluzione non sembra facile.
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