Roma - Referendum e legge elettorale. Ma anche il Def e lo stato dei conti pubblici. Questi i temi al centro della prossima settimana politica, che aprirà i battenti con uno degli appuntamenti clou: la direzione del Pd, convocata dal segretario dem Matteo Renzi per domani alle 16.
Sul tavolo uno dei temi più controversi delle ultime settimane, che continua a dividere il partito di largo del Nazareno: le modifiche da apportare all'Italicum, la legge elettorale approvata dal parlamento in via definitiva nel maggio del 2015. Le aperture al confronto arrivate dal presidente del Consiglio non hanno finora sortito l'effetto di distendere il clima interno al Pd: la minoranza resta sulle barricate, pronta a votare No al referendum qualora non si dovessero registrare passi concreti vero il cambiamento dell'attuale sistema di voto.
Anche nelle ultime ore Renzi ha risottolineato la priorità delle riforme e del referendum costituzionale del 4 dicembre rispetto all'Italicum. Dunque, è la posizione del presidente del Consiglio, "pur di evitare le polemiche sono pronto a cambiare la legge elettorale". Ciò non vuol dire che domaniRenzi sia pronto a portare sul tavolo del confronto con la minoranza Pd una sua proposta di modifica. Il governo ne resterà fuori, è la posizione, il confronto dovrà svolgersi in Parlamento. Difficile che domani il segretario e i vertici del partito 'concedano' più di una ribadita disponibilità al confronto, con l'indicazione di una delegazione (composta dai capigruppo o dai due vicesegretari) che avrà il compito di sondare le varie posizioni. Il punto è che, nonostante siano state già presentate varie proposte alternative all'Italicum, dalle opposizioni è giunto il 'niet' ad affrontare la questione prima del referendum. Di conseguenza, appare alquanto improbabile che il tema delle modifiche al sistema di voto possa entrare nel vivo finché non si sarà svolta la consultazione popolare e quindi, non si conosceranno le sorti della riforma costituzionale. Anche perché, da quest'ultima dipende la vita stessa dell'Italicum, legge elettorale concepita per la sola Camera dei deputati e destinata quindi a finire in soffitta qualora vincesse il No.
Sotto i riflettori restano anche le riforme e il referendum costituzionale: partita ufficialmente la 'campagna d'ottobre' di Renzi e del governo a sostegno del Sì, si susseguono gli impegni del presidente del Consiglio in giro per l'Italia. In campo sono scesi anche i ministri, con una mobilitazione a 360 gradi che comprende anche gli appuntamenti politici in tv: dopo il confronto con il costituzionalista Zagrebelsky, il premier - che sarà ospite di Politics su Rai3 martedì sera - ha spiegato di voler chiudere la serie di faccia a faccia con Silvio Berlusconi.
Il fronte del No, intanto, si sta organizzando, mentre Forza Italia attende il rientro dagli Usa del suo leader - volato a New York per alcuni accertamenti clinici dopo l'operazione al cuore subita lo scorso giugno, per mobilitare ufficialmente le 'truppe'. In programma resta l'iniziativa prevista per novembre, che dovrebbe coincidere con il ritorno sulla scena pubblica dell'ex Cavaliere. Chi invece è già nel pieno della campagna referendaria per il No è Matteo Salvini, reduce dalla sfida davanti ai teleschermi con la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi. Anche il Movimento 5 Stelle, ritrovata una sorta di pace interna dopo il caos della giunta di Roma, affila le armi per la battaglia referendaria: dopo il tour estivo di Alessandro Di Battista in scooter, si ragiona sull'organizzazione di nuove iniziative.
Infine, la settimana sarà incentrata anche sul Def e i conti pubblici: dopo il confronto tra ministero dell'Economia e Ufficio parlamentare di bilancio sulle previsioni contenute nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, martedì alle 20 il ministro titolare del dicastero di via XX settembre, Pier Carlo Padoan, sarà nuovamente audito dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato, mentre il voto in parlamento sulla nota di aggiornamento al Def slitterà a mercoledì.
Il governo sta fornendo ulteriori dettagli sui contenuti della manovra - è la linea dell'esecutivo - per spiegare come conta di raggiungere una crescita dell'1% nel 2017, ma non farà nessun passo indietro sulle stime macroeconomiche. Sempre mercoledì, alle 9 di mattina, Renzi sarà alla Camera (per poi spostarsi al Senato) per riferire in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. Da segnalare, tra gli appuntamenti della settimana, l'Assemblea nazionale dell'Anci, l'Associazione dei comuni italiani, che si riunirà a Bari da mercoledì 12 a venerdì 14 ottobre, per rinnovare i vertici ed eleggere il nuovo presidente, che sostituirà Piero Fassino, ex sindaco di Torino. In pole position sembrerebbe esserci il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro del Pd, anche se il Movimento 5 Stelle, dopo le ultime vittorie di 'pesò alle amministrative, potrebbe rivendicare il posto per un sindaco pentastellato. Tra gli ospiti della tre giorni il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (atteso mercoledì), il premier Renzi (che parlerà nella giornata di giovedì), e diversi ministri. (AGI)