Roma - Una vittoria contro i "poteri forti", contro "l'establishment" e i "vecchi partiti": e' stato questo il leitmotiv delle elezioni amministrative che hanno segnato il trionfo del Movimento 5 Stelle a Roma e Torino, ma anche di un sindaco 'anti-sistema' come Luigi De Magistris, riconfermato primo cittadino di Napoli. L'immagine della persona comune, alla guida di un'utilitaria di seconda mano e alle prese con le commissioni di ogni giorno, ha conquistato gli elettori, o almeno quei pochi che sono andati a votare (l'affluenza è stata di appena il 50,5%).
Grillo "svolta epocale, M5S alternativa di governo"
Torino - Non ci sta a parlare di un "voto di protesta" il neo-sindaco M5S di Torino, la 32enne Chiara Appendino. "E' il voto di chi non si e' sentito ascoltato", ha dichiarato nel corso della sua prima conferenza stampa, "ripartiremo dall'ascolto: questa citta' ha voglia di cambiamento, ha bisogno di nuove forze. La grande sfida e' riunire questa citta' che e' divisa in due, bisogna riabbracciare la parte che e' stata lasciata sola". Come primo atto il neosindaco ha chiesto le dimissioni del presidente della Compagnia di Sanpaolo, Francesco Profumo.
Roma - La contrapposizione manichea tra il bene e il male, tra una "classe politica" disonesta e traffichina toutcourt e l'onestà fatta partito ha funzionato con le parole d'ordine "legalità e trasparenza" ripetute come un mantra da Virginia Raggi nel corso di tutta la sua campagna elettorale. "Lavoreremo per riportare legalita' e trasparenza in questa citta' dopo anni di malgoverno e dopo Mafia Capitale", ha dichiarato il neo-sindaco in un post su Facebook.
La vittoria di Virginia Raggi fa il giro del mondo
Napoli - Di "poteri e apparati" continua a parlare il sindaco di Napoli. "Il popolo mi e' stato accanto e ha vinto", ha scritto De Magistris in un tweet, dopo la vittoria con oltre il 66% delle preferenze. Anche per l'ex magistrato non si è trattato di un voto di protesta, ma di una conferma del suo lavoro per la città negli ultimi 5 anni. "Questa vittoria e' del popolo napoletano. La citta' ha assunto un ruolo nel Paese. Abbiamo scritto un pezzo di storia", ha annunciato orgoglioso.
Milano - Anche il successo di Beppe Sala a Milano rappresenta un segnale. Il nuovo sindaco, eletto con appena il 51,7% dei voti, è un dirigente d'azienda prestato alla politica e al Pd. "La cosa gratificante e' sentirsi portatori di una speranza. E io mi sento cosi' a Milano, come uno che e' riuscito a farcela, insieme a tanti altri che ci hanno creduto", ha dichiarato Sala. "Siamo riusciti a portare a casa un risultato che non era scontato", ha ammesso l'ex manager sceso in campo dopo un serrato corteggiamento di Matteo Renzi, durato mesi, iniziato quando ancora era commissario unico di Expo. In lui il premier e i milanesi che lo hanno votato hanno visto l'uomo del fare, concreto, affidabile, di successo. Un tecnico, appunto, non un politico. (AGI)