Roma - Scontro nel Pd dopo che il ministro per le Riforme, Elena Boschi, ha affermato che i veri partigiani voteranno sì al referendum. "Come direttivo nazionale l'Anpi ha preso una linea", ha ricordato la Boschi intervistata da Lucia Annunziata a "In mezz'ora", "poi ci sono molti partigiani, quelli veri, che voteranno si' alla riforma. Ma anche nell'Anpi molti voteranno sì come anche molti nel Movimento 5 Stelle". Dura la replica di Pier Luigi Bersani: "Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell'Anpi?", si è chiesto su Facebook l'ex segretario del Pd. "E' evidente che siamo a una gestione politica sconsiderata e avventurista. In nome di una mezza riforma del Senato si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale. Ieri Renzi e' stato alla Brembo. Spero si sia fatto dare un freno di quelli buoni. E che lo usi subito".
La Boschi ha poi precisato il suo pensiero in una nota denunciando quelle che ha definito "strumentalizzazioni" della sua frase. "Non mi sono mai sognata di dare patenti ai partigiani", ha spiegato, "ne' di distinguere tra i partigiani veri o meno veri. Ho solo detto che fra i partigiani che hanno combattuto la Resistenza, fra chi ha fatto la guerra ce ne sono molti, come ad esempio Il Comandante Diavolo Germano Nicolini, 97enne, che hanno annunciato il loro si' al referendum".
"Credo, insomma, che anche nell'Anpi ci siano sensibilita' e scelte diverse, tutte legittime e sacrosante. Si puo' essere contenti che alcuni dei partigiani che hanno veramente combattuto siano oggi a favore della riforma? Oppure si devono inventare polemiche anche su questo? Tutto qui", ha concluso.
La Boschi aveva anche annunciato un passo indietro se la riforma costituzionale non passerà: in caso di vittoria dei no al referendum "anche io lascero' la politica", ha assicurato. "Anche se in questi due anni non ci siamo fatti mancare niente, io devo dire che mi ritengo fortunata a vivere questa esperienza, facendo parte di un gruppo che sta lavorando per cambiare questo Paese", ha aggiunto il mistro per le Riforme, "la considero una cosa straordinaria, anche se qualcosa ti viene tolto a livello personale e di vita privata. Quello che mi ha più infastidito e dispiaciuto", ha sottolineato, "è quando si usano immagini o espressioni riferite alle donne che fanno politica che con un uomo non verrebbero utilizzati. Io personalmente sono abbastanza corazzata ma mi ferisce la concezione che si ha della donna e di quello che ci si aspetta da una donna". Un esempio? "Quando abbiamo approvato la legge elettorale, una cosa faticosa e difficile perchè ognuno aveva la propria idea, il giorno dopo il voto vedere i commenti su come ero vestita in aula e non su quello che avevamo fatto, ecco... Non è proprio il massimo per i cittadini".
"Io credo che il referendum lo vinceremo, ma se Renzi dice che va via in caso di vittoria dei no, vuol dire che lo fara'. Se il lavoro che abbiamo fatto non sara' riconosciuto dai cittadini, anche noi non continueremo piu' il nostro progetto politico. Se i cittadini vorranno lasciare le cose come stanno, il governo dovra' prenderne atto" ha detto la Boschi, elezioni amministrative e referendum costituzionale "sono due partite da tenere distinte. La partita sulle amministrative e' importante, e noi del Pd ci stiamo impegnando per sostenere i nostri candidati che sono persone serie e per bene. Ma non e' un voto sul governo, sia che vada bene sia che vada male. Io ad esempio a Roma appoggio Giachetti mentre la mia amica Lorenzin appoggia Marchini". "La legge elettorale l'abbiamo votata ed e' una legge che funziona perche' evita gli inciuci, i governi tecnici o quelli balneari. Insomma, garantisce la stabilita'. Il referendum e' una grande occasione di partecipazione per tutti i cittadini. E' una riforma di tutta la comunita' dei cittadini, non del governo". Lo ha detto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ospite di Lucia Annunziata a 'In mezz'ora' parlando del referendum di ottobre sulle riforme costituzionali. (AGI)