Roma - Occorreva un'intesa ampia e invece hanno voluto polemizzare anche su questo.
Matteo Renzi in Consiglio dei ministri ha spiegato le ragioni per cui il governo ha ritenuto opportuno evitare di far tenere la tornata elettorale alle amministrative e sul referendum in due giorni. Non abbiamo alcuna paura, se la pensano cosi' si sbagliano, ha sottolineato il premier che ha puntato il dito contro le strumentalizzazioni provenienti dalle forze dell'opposizione sull'eventualita' che si era prospettata nei giorni scorsi. L'esecutivo ha valutato la fattibilita' del decreto ma al di la' della polemica sui costi innescata da alcuni partiti, un ulteriore rischio era che lo scontro si prolungasse in sede di conversione parlamentare del Dl. "Il voto di lunedi' sarebbe costato 5 milioni", ha chiarito Alfano, spiegando che inizialmente si era pensato di andare incontro a richieste di piu' parti per ridurre il pericolo dell'astensione dalle urne. "Di fronte a tante polemiche pretestuose e strumentali - ha aggiunto il ministro dell'Interno - valuto opportuno lasciare le cose cosi' come stanno". "Il governo chiude una pretestuosa polemica", dice il renziano Marcucci, rispondendo in particolar modo alle critiche di FI con Berlusconi che aveva aperto alla proposta del titolare del Viminale.
Renzi oggi ha stoppato anche le interpretazioni che arrivano, a suo dire, dal fronte del No sul significato dell'appuntamento di ottobre: "Personalizzare lo scontro - ha spiegato - non e' il mio obiettivo". Chi non vuole le riforme, ha argomentato il presidente del Consiglio, "sui contenuti si trova un po' a disagio: ma davvero vogliono mantenere tutte queste poltrone?". "Renzi e' preoccupato, la riforma Boschi e' un bluff", attacca Sinistra italiana con D'Attorre. "E' lo stesso Renzi che ha ripetuto 100 volte 'se perdo vado a casa'?", si chiede Salvini, "che faccia di bronzo". "Renzi ha una folle paura di perdere", osserva anche Brunetta.
"C'e' un'Italia che dice Si' e che non vuole fermarsi. Che non vuole tornare alla palude, all'ingovernabilita'", rilancia il premier che domani incontrera' i gruppi parlamentari del Pd per chiedere che il partito sia unito nel far passare il referendum. Ma si trovera' di fronte alle proteste della minoranza che lamentano il mancato rispetto degli accordi da parte del governo sull'elezione dei consiglieri regionali che entreranno a far parte del nuovo Senato. "Se la legislatura terminera' nel 2018 c'e' tutto il tempo - sottolinea Fornaro - per approvare la legge per l'elezione del nuovo Senato, espressamente prevista dalla riforma costituzionale che sara' sottoposta a referendum". "C'e' un patto tra gentiluomini da rispettare", aggiunge Gotor. (AGI)