Roma - Se ne parlerà, in Aula, dopo il referendum del 17 aprile, come ha deciso ieri la Conferenza dei capigruppo del Senato. Intanto, la riflessione di un frequentatore di lungo corso del Palazzo, dalla Prima Repubblica a quella di oggi, è che "le mozioni di sfiducia al governo appaiono, in questo contesto parlamentare, uno strumento che produce, nei fatti, il rafforzamento del governo ed il ricompattamento della sua maggioranza". Insomma, ragiona Pino Pisicchio, capogruppo del Misto alla Camera, "la 'ratio' alla base della loro presentazione e' una sola: promuovere la campagna elettorale".
E su queste coordinate sembra snodarsi il dibattito delle ultime ore, a proposito delle ripercussioni politiche dell'inchiesta di Potenza. "Noi votiamo le mozioni che riportino gli italiani a votare, a sperare, a cambiare, perché le tante promesse di Renzi sono ridotte agli 80 euro regalati e che non sono serviti a nulla".
Ecco Matteo Salvini, per il quale "il governo Renzi e' finito. Con tutte queste liti, telefonate, insulti, inchieste: a memoria nemmeno alla fine dell'ultimo governo Berlusconi eravamo a questo punto", rilancia il leader della Lega. "E visto che si avvicina la fine del governo Renzi - pronostica - la vittoria su Roma accelerera' la fase di disfacimento di una maggioranza ormai allo sbando". Punto di vista ovviamente non condiviso da Matteo Renzi che, presentando il progetto per la Banda Larga guarda avanti e conferma che "siamo sempre pronti a dare una mano ai soggetti, pubblici e privati, che danno una mano al Paese" e che "il governo e' qui per realizzare le cose che non sono state fatte. Sblocchiamo le opere".
In altre parole, "e' arrivato il futuro, e' arrivato anche in Italia", avverte Renzi. Mentre sta al vicesegretario Pd Guerini derubricare l'appuntamento con le mozioni di sfiducia a ormai stanco appuntamento 'seriale' che sara' regolato come nelle occasioni precedenti. Per tornare alle ricadute di inchiesta e anticipazioni di stampa, Anna Finocchiaro proprio perche' "da alcuni quotidiani apprendo che il mio nome comparirebbe nelle intercettazioni dell'inchiesta della magistratura di Potenza su Tempa Rossa", e premesso il suo "grande rispetto per questa inchiesta" fa sapere di non avere "mai avuto rapporti con Gianluca Gemelli e non ho nulla a che vedere con Tempa Rossa, di cui non mi sono mai occupata, ne' con altre vicende interessate da questa indagine".
"Ho dato mandato ai miei legali di valutare se adire le vie legali nei confronti di chi, persona o testata giornalistica, accosti il mio nome a questa vicenda", annuncia l'esponente Pd. (AGI)