Roma - La condanna di Denis Verdini a due anni di reclusione, con pena sospesa, per concorso in corruzione nel processo sull'appalto per i lavori nella scuola Marescialli di Firenze riaccende la polemica interna al Pd sui voti dei verdiniani a sostegno del governo e sul via libera alla fiducia sul ddl unioni civili. A sollevare critiche e dubbi non e' solo la minoranza interna del Pd: attacchi arrivano anche dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra italiana. Ferma la posizione del partito di largo del Nazareno: "Noi non governiamo con Verdini. Poi le vicende giudiziarie sono tutt'altra cosa", mette in chiaro il capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato. E da Ala, il gruppo creato dall'ex braccio destro di Berlusconi, arriva la solidarieta' al leader. "E' una sentenza gia' scritta, a fronte di un impianto probatorio del tutto insussistente. Oggi abbiamo purtroppo assistito all'ennesimo atto di una giustizia politica che non si basa sul corretto confronto in aula fra accusa e difesa, ma che sostiene tesi precostituite portate fino in fondo anche se prive di fondamento giuridico", spiegano i verdiniani.
Tregua finita nel Pd, verso showdown in direzione sul caso Verdini
Il primo a dare fuoco alle polveri e' Grillo, che fa il verso a Renzi, prendendo in prestito parte di una frase pronunciata dal premier in Aula contro i 5 Stelle: "Come si dice in inglese 'Siamo alleati con Verdini per il quale hanno appena chiesto due anni di galera'?". Gli fanno eco i senatori pentastellati: "Renzi governa con un condannato per corruzione". La sinistra dem, gia' nei mesi scorsi molto critica sul 'caso' dei voti dei verdiniani, torna alla carica: "la sentenza di oggi contro il leader di Ala Verdini dimostra, pero', che in questi mesi non abbiamo strumentalmente evocato fantasmi ma, invece, giustamente evidenziato i rischi connessi a questo asse preferenziale", afferma Federico Fornaro, che aggiunge: "Una maggiore prudenza nei rapporti politici con Verdini e il suo gruppo sarebbe stata certamente apprezzata dal nostro elettorato e dai nostri militanti". Il capogruppo di Sinistra italiana, Arturo Scotto, chiede numi: "Il Pd e lo stesso Renzi chiariscano se vogliono continuare ad andare avanti con i voti di un condannato per corruzione".
Ma i vertici del Pd rigettano le accuse: "Noi non governiamo con Verdini", scandisce Rosato. "Per il Pd, e Verdini non c'entra nulla, vale il codice etico del partito", aggiunge il capogruppo, secondo il quale un voto di fiducia al governo non significa un ingresso in maggioranza, "perche' non mi domandate se questo impedisce a Grillo di entrare in maggioranza domani? Perche' c'e' la stessa possibilita'. Tutti i giorni noi chiediamo di votare i nostri provvedimenti, qualche volta ci riusciamo, qualche volta no". E il responsabile giustizia del Pd, David Ermini, aggiunge: "Nessun favoritismo, nessuno sconto. Se Verdini sara' condannato in via definitiva paghera' come tutti, come e' giusto. E nel caso si applichera' anche a lui la Severino. Al momento ci sono solo due leader condannati con sentenza passata in giudicato: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Noi no". (AGI)