Bruxelles - Cio' che manca nella gestione della crisi migratoria e' "la politica", ha detto Matteo Renzi nel corso di un'iniziativa del think tank Volta a Bruxelles, poco prima dell'inizio del vertice sull'immigrazione. "Anche se non e' facile, dobbiamo riuscire a lavorare insieme con gli altri Paesi - ha sottolineato il presidente del Consiglio - E' il momento della responsabilita'".
Secondo il premier, l'Europa rappresenta una grande opportunita' ma e' anche un problema: "Nell'ultimo periodo l'Europa ha mostrato contraddizioni. In questi 70 anni c'è stata una rivoluzione incredibile - ha detto il presidente del Consiglio - ma, anche se amiamo il passato, ora abbiamo bisogno di guardare al futuro, di una nuova rivoluzione. Dobbiamo cambiare l'approccio".
E' "impossibile", secondo Matteo Renzi, che l'Europa riesca a organizzare una missione spaziale su Marte e non riesca "a salvare i bambini a Idomeni": e' per questo che "e' sacrosanto dare una mano agli amici greci". L'Italia, ha detto Renzi prima dell'inizio del vertice sull'immigrazione, "due anni fa era sola a gestire questo problemi e chiedeva una risposta europea, perche' non si puo' scaricare il problema sui paesi di primo arrivo secondo il principio di Dublino. Adesso che e' un principio condiviso, almeno a parole, i prossimi passi sono l'accordo sul breve periodo con la Turchia, dare una mano agli amici greci, tenere conto delle giuste preoccupazione di Cipro e degli altri paesi". Ma, ha aggiunto, "la vera scommessa e' quello che diciamo da tre anni: investire alla radice, andare in Africa e creare progetti di cooperazione internazionale gestiti dall'Unione europea", mettendo a punto "finalmente una strategia di politica unitaria".
Sulla possibilità di raggiungere un accordo fra Ue e Turchia, Matteo Renzi e' ottimista , ma "sia chiaro che se ci sarà, farà da precedente". Come ha detto a Bruxelles poco prima dell'inizio del vertice Ue, anche se "non ci sono invasioni alle porte come dice qualcuno", dai Paesi del Mediterraneo "ci attendiamo un flusso di persone significativo". Il numero, ha ricordato, è rilevante, "170 mila nel 2014, 150 mila nel 2015". Ecco perche', ha detto, "se ci saranno come noi pensiamo questi arrivi, le regole che saranno valide per la Turchia dovranno esserlo anche per altri paesi".
Parlando poi della lotta al terrorismo, il premier ha detto che non si fa solo con le armi e la polizia, ma anche con l'educazione e la cultura. "Se credete nella politica - ha detto ai giovani che lo ascoltavano - non pensate che si faccia solo su Facebook e Twitter. Dovete studiare, studiare, studiare". Per combattere "la gente che ci uccide - ha aggiunto - dobbiamo costruire una strategia fatta di investimenti in educazione e cultura". (AGI)