Roma - Se ne riparla martedi': dopo una travagliata, illustrazione, va alla settimana prossima il voto al Senato sugli emendamenti al ddl Cirinna'. Nel frattempo il clima resta acceso, con appelli al dialogo che, significativamente, arrivano dal Pd, da un ex Capo dello Stato e che vengono di fatto sottoscritti da un politico che di solito non disdegna il confronto a viso aperto. La giornata comincia nel segno della bagarre in Aula, dopo alcuni interventi molto critici nei confronti del Pd, accusato di voler prendere tempo solo per risolvere i problemi interni al gruppo. La replica alle accuse spetta al capogruppo Luigi Zanda, che non ci va giu' morbido: "Questi sono atteggiamenti ostruzionistici. Noi vogliamo la legge, se pensate di tenerci qui mesi a discutere sbagliate", dice alle opposizioni, lamentando "che questo clima non e' il clima su cui ci siamo impegnati tutti". Parole accolte dalle proteste di Forza Italia, Area popolare ma anche 5 Stelle.
Replica il presidente dei senatori FI, Paolo Romani: "Zanda forse oggi si e' svegliato male, inutile che ci voglia provocare, non c'e' nessuna volonta' ostruzionistica ma vogliamo solo dibattere un tema che e' controverso nel paese e quindi anche al Senato". Nel merito di quelle che Zanda liquida come questioni di "cavilli", entra Gaetano Quagliariello, richiamandosi alle indiscrezioni sulla possibilita' che "un emendamento venga riformulato, in mancanza di un relatore e di un governo che lo chieda, e diventi un maxiemendamento, come quelli che siamo abituati a vedere quando c'e' una mozione di fiducia". Si tratta dell'ormai celebre 'emendamento canguro' a firma Marcucci, cosi' da renderlo non incompatibile con gli emendamenti Lumia (che tolgono i riferimenti al codice civile presenti nell'attuale testo) e con alcuni dei catto-dem. Giorgio Napolitano prende posizione, a fronte di "posizioni attribuitemi da alcuni giornali" anche per auspicare che "in questa fase finale del confronto in Senato sia possibile ancora un avvicinamento tra le diverse posizioni, attraverso il concentrarsi degli sforzi sul merito della legge, e in particolare sull'art. 5, in vista di ogni possibile condivisa soluzione".
Il Pd Francesco Russo invita a un "dibattito alto", nel merito e alle sue parole si associe il commento di un altrimenti battagliero Roberto Calderoli: "Lo spettacolo che stiamo dando e' davvero di bassissimo livello". La cronaca della giornata segnala anche l'attacco di Maurizio Gasparri al senatore Pd Sergio Lo Giudice: "L'80 per cento degli italiani dice no a una legge ad personam per persone come Lo Giudice che comprano bambini all'estero", dice. Mentre Carlo Giovanardi polemizza con gli attivisti Lgbt in tribuna accusati di un bacio gay. (AGI)