Roma - Finisce, come nelle previsioni, con la bocciatura delle mozioni di sfiducia e con una doppia serie di colpi da parte di Matteo Renzi: uno alle opposizioni che invita a continuare, sostanzialmente, a giocare con strumenti velleitari ("tenetevi le vostre polemiche, aggrappatevi al fango") mentre il governo "pensa al bene dell'Italia" e uno, più specifico, a Silvio Berlusconi cui manda ruvidamente a dire che la fila FI si vanno facendo al contempo, sempre più esigue ma anche affette da litigiosità interna. Viene archiviata cosi' (178 no, 101 si', un astenuto, maggioranza 141 per la mozione FI-Lega; 176 no, 84 si', un astenuto, maggioranza 130 per quella M5S) la questione sfiducia nell'Aula di Palazzo Madama, con il presidente del Consiglio che difende Maria Elena Boschi da accuse di conflitto di interessi per il caso Etruria e che rivendica al governo di non guardare in faccia a nomi eccellenti o amici di amici. "Se volete mandare a casa il governo perché ha fatto il decreto sulle popolari fatelo pure. Siamo orgogliosi di aver fatto una riforma che da 25 il Parlamento avrebbe dovuto fare", scandisce Renzi. La voce sale di tono quando afferma che "non c'è alcun conflitto di interessi in questa vicenda ma solo il tentativo di aver salvato un milione di correntisti, settemila stipendi. Se volete mandarci a casa per questo, fatelo. Noi non avremmo mai distrutto pezzi di economia per fare una battaglia politica contro il governo. Prima delle vostre beghe di partito c'è l'interesse dell'Italia e dovreste ricordarlo".
Intervista al Faz: "Merkel non può risolvere problemi Ue solo con Hollande"
Ridefinita la questione del contendere e lo schieramento in campo, il presidente del Consiglio passa a messaggi più mirati.
Ai 5 Stelle, per esempio, cui ricorda che "in questo Paese chi sbaglia paga ma lo decidono i giudici, non voi, e dopo i tre gradi di giudizio". E non "il quartogrado che non è il Blog dell'Illuminato", ovvero di Beppe Grillo.
"Questo è il governo che ha commissariato Banca Etruria senza alcun riguardo per i nomi e i cognomi del Cda. Per noi non ci sono amici e 'amici degli amici'", assicura allora il premier che entra nel vivo della contesa politica della discussione di oggi quando osserva che "si afferma che ci sarebbe un conflitto d'interessi: credo che su questi temi si debba avere coraggio di dire la verità perché di fronte all'accusa più infima e meschina, e cioè che c'è un trattamento diverso per qualcuno, bisogna avere il coraggio di guardare alla realtà".
Dopo i 5 Stelle, tocca a Forza Italia: "Voi - dice Renzi rivolgendosi ai banchi 'azzurri' - siete divisi, siete sempre meno. I giornali conteranno i no, ma se contassero i si', si vedra' che sono sempre meno perche' tra voi esiste una grande divisione". Non solo, c'è anche la sostanziale liquidazione politica del ruolo di Silvio Berlusconi, che proprio oggi rinnova da Facebook la propria discesa in campo contro un Renzi "bulimico di potere" e dei 5 Stelle dal "programma delirante". "Attendiamo pazientemente che nel campo moderato del centrodestra - dice infatti Renzi - si possa tornare a un linguaggio che non è quello della contrapposizione ideologica che, in un in un caso come questo, vi porta a fare delle battaglie senza rendervi conto di cosa è stato il sistema bancario in Italia".
Non mancano le punte polemiche anche in direzione contraria. Come quando Gaetano Quagliariello dice: "Mi sottometto alla separazione dei poteri e neppure chiedo cosa sarebbe accaduto se diversi fossero stati i protagonisti delle inquietanti vicende giunte all'attenzione del Csm, e rispetto alle quali siamo certi sarà esercitato tutto il rigore possibile. Evito anche di maramaldeggiare e di notare quanto evocativo - è la stoccata dell'ex ministro - sia un editoriale di Ferruccio de Bortoli di qualche tempo fa, rispetto alle vicende di cui si legge in queste settimane e di cui si discute oggi in Senato". (AGI)