- Roma - "Maggioranza schiacciante in attesa di conoscere il voto dei cittadini in autunno". Matteo Renzi saluta cosi', su Facebook, il quarto voto sul ddl Boschi al giro di boa dell'iter parlamentare. Con il via libera di oggi da parte dell'aula di Montecitorio, infatti, si conclude la prima doppia approvazione conforme del testo nei due rami del Parlamento, dopo che il Senato ha modificato il testo del provvedimento. Ora il ddl dovra' superare la seconda votazione conforme, ovvero senza alcuna modifica, tornando - trascorsi tre mesi - all'esame di palazzo Madama e, successivamente, alla Camera. "Due anni fa - osserva allora il presidente del Consiglio - nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. E invece e' tornata la politica, e' tornata l'Italia". E allora, ecco "i professori non piu' precari, la legge elettorale stabile, le tasse su case e lavoro che vanno giu', la disoccupazione che grazie al Jobs Act finalmente scende, la giustizia civile che riduce gli arretrati: tutti provvedimenti votati da questo Parlamento". Su tutto, la rivendicazione che "stiamo dimostrando che per l'Italia niente e' impossibile. Con fiducia e coraggio". Insomma, "avanti tutta" per dirla con Renzi. "Non c'e' nessun timore, il Partito Democratico ha sostenuto fino ad oggi il percorso delle Riforme e continuera' a farlo", assicura il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, a chi gli chiede se, alla luce della campagna per il 'no' al referendum lanciata da Sinistra Italiana, ci siano timori di defezioni da parte della sinistra dem. E i promotori del No comunicano proprio oggi che e' stata raggiunta la quota di 126 deputati prevista per richiedere il referendum sulla riforma costituzionale. "Con la presenza di 'Possibile' abbiamo la certezza che almeno 126 deputati chiederanno il referendum. Se poi diventeranno 200 o anche di piu' sara' ancora meglio", certifica Alfiero Grandi. Al Comitato aderiscono tutti i parlamentari di Sinistra italiana-Sel, quelli, come detto, di Possibile, mentre il M5s ha annunciato con Danilo Toninelli l''appoggio esterno'. "La battaglia contro il ddl Boschi e per il No al referendum deve essere trasversale - ha spiegato l'esponente del Movimento - e faremo di tutto perche' vinca il no. L'obiettivo e' affossare la riforma e il governo Renzi".
E la sinistra Pd non manca di far sentire la sua voce. "Sul referendum confermativo penso sarebbe uno strappo gravissimo trasformare quel passaggio in un plebiscito personale o comunque in un voto estraneo al merito della riforma", avverte Gianni Cuperlo, leader di Sinistra Dem. Perplessita' che, peraltro, arrivano anche dall'interno della maggioranza. "Cambiare, innovare, e' un'esigenza matura. Ma bisogna farlo con la cura e la maturita' necessaria. In questo senso, per quanto mi riguarda, lo sbocco finale di questo percorso non e' scontato finche' non saranno chiari caratteri e qualita' della democrazia che sara' destinata a uscire da questa stagione di riforme", dice infatti Maurizio Lupi. "Il referendum non sia un plebiscito su una persona o su una personalita' politica: non c'e' in gioco il futuro di una brillante carriera politica ma e' in gioco, e lo ricordo al presidente del Consiglio, il futuro della democrazia", ricorda il capogruppo Ncd alla Camera che invita a "non commettere l'errore di fare una personalizzazione del referendum". Queste, intanto, alcune delle principali novita' introdotte dal ddl Boschi: su tutte, la fine del bicameralismo paritario e il nuovo 'Senato dei 100'. In altre parole, quanto al primo punto, Camera dei deputati e Senato della Repubblica hanno composizione e funzioni diverse. La Camera, con 630 deputati, rappresenta la Nazione ed e' l'unica titolare del rapporto di fiducia con il governo. Ha funzione di indirizzo politico e di controllo sull'attivita' del governo. Saranno invece cento (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 componenti di nomina del presidente della Repubblica) saranno i senatori. I futuri senatori saranno scelti, in conformita' alle decisioni assunte dagli elettori, dai consigli regionali per mezzo di una legge elettorale che dovra' essere varata entro 6 mesi dall'entrata in vigore della riforma costituzionale. Il termine decorrera' dopo che si sara' svolto il referendum confermativo. Le regioni avranno poi tre mesi (90 giorni) per adeguarsi. I cinque senatori scelti dal Colle dureranno in carica sette anni come il Capo dello Stato e non possono fare piu' di un mandato. Senatori a vita restano gli ex presidenti della Repubblica. (AGI)
(11 gennaio 2016)