Roma - La depenalizzazione del reato di immigrazione non sarà nel Cdm di venerdì prossimo. Lo annuncia il premier Matteo Renzi in un'intervista al Tg1. "L'Europa deve avere una posizione comune" con queste modalità: "no alla demagogia ma nemmeno no al buonismo esasperato, chi sbaglia deve pagare". Sul tema di immigrazione clandestina, aggiunge, "secondo i magistrati il reato in quanto tale non serve, non ha senso e intasa i Tribunali, ma è anche vero che c'è una percezione di insicurezza per cui questo percorso di cambiamento delle regole lo faremo con calma, tutti insieme, senza fretta, quindi non sarà nel prossimo Cdm".
Renzi ha affrontato anche il tema delle riforme: "Sulla madre di queste battaglie che è la riforma costituzionale i cittadini non sono d'accordo: hanno tutto il diritto di dirlo e io ho il dovere di prenderne atto".
"Non sono un politico vecchia maniera che resta attaccato alla poltrona. La parola finale ce l'avranno gli italiani e io sono pronto a prenderne le conseguenze". Il referendum, aggiunge il premier, "non è un plebiscito: per anni la classe politica non ha fatto nulla ora è arrivato un governo nuovo che ha cercato di realizzare alcune cose ed è giusto che l'ultima parola spetti ai cittadini".
"E' finito il tempo in cui l'Europa ci dava lezioni o compiti da fare. L'Italia c'è e inizia a farsi sentire": così il premier risponde alla domanda se le ragioni dell'Italia siano ascoltate in Europa. "L'Italia - spiega - ha fatto tutte le riforme che per anni si erano soltanto promesse: dunque noi ora abbiamo le carte in regola per dire che l'Europa deve cambiare su alcune cose. In europa l'austerità ha fatto perdere posti di lavoro. L'Italia a casa propria deve continuare lo sforzo già fatto, legge elettorale, jobs act, riforma della scuola e della p.a. Ma contemporaneamente deve dirlo con chiarezza: è finito il tempo in cui l'Europa ci dava lezioni o compiti da fare. L'Italia c'è e inizia a farsi sentire". (AGI)
(10 gennaio 2016)