Sci alpinismo, tutto cominciò in una cantina di Bormio
AGI - Giacomo Trabucchi di Bormio, classe 1929, a 14 anni fa il falegname in una cooperativa valtellinese. D’inverno ama sciare con i fratelli e gli amici del paese. Dopo il servizio di leva torna a lavorare il legno e si specializza nella creazione di sci. All’epoca si faceva così: la produzione di questi articoli per lo sport era prettamente locale e ogni paese aveva un suo laboratorio specializzato. Giacomo inizia intorno al 1946, quando aveva 17 anni, e poi la passione lo porta a specializzarsi sempre di più.
Viaggia con l’amico di famiglia Achille Compagnoni (alpinista che nel 1954, con Lino Lacedelli, raggiunge la cima del monte K2,) ed è spesso a Cervinia ad assistere gli sciatori e cambiare le lamine ad attrezzi ancora molto artigianali. Con Giuseppe Pirovano, fondatore della scuola sci estiva sul ghiacciaio dello Stelvio, procura gli sci e assiste i primi turisti della neve “fuori stagione”. Distinguendosi per le soluzioni innovative che rendono sempre migliori le attrezzature.
Da Gotrosio alle medaglie olimpiche
Nel 1953 inizia a fabbricare i primi sci da discesa e gli serve il legno di frassino, perché il più duro a disposizione in Valtellina. Guarda il bosco a Gotrosio, perché ci sono i migliori esemplari di quell’essenza. “Una storia vera”, racconta Adriano Trabucchi, il figlio di Giacomo, all’AGI aggiungendo: “C’è anche un ricordo curioso legato a questo fatto, perché nel 2018 quando papà è morto mi ha avvicinato Gino, uno degli anziani del posto, per raccontarmi che si ricordava di quella richiesta e che quel frassino è ancora lì a Gotrosio”.
Nel 1956 nasce ufficialmente la ditta Trabucchi e nel 1962 si inaugura il primo stabilimento a Bormio. “Inizialmente il laboratorio del papà era in via Roma, in centro al paese di Bormio – spiega il figlio Adriano -. Era nato lì e aveva iniziato nella cantina di casa”. Il legno, quello di frassino, viene affiancato e poi sostituito negli anni da materiali più leggeri e performanti come la fibra di vetro. E poi fanno la comparsa i primi materiali plastici. Fino alle strutture alveolari e ultraleggere di oggi.
Nel 1961 prende forma un modello da alpinismo davvero innovativo per i tempi: lo Stelvio fatto con il leggerissimo duralluminio. Inoltre, l’attacco è assemblato in casa con le molle di un letto, con la sciolina a incollare le pelli di foca sulla soletta. Negli anni 70 il modello di sci Fuoripista viene testato dalle guide alpine della Folgore di Bormio: sono le prime esperienze di scialpinismo e loro sono i precursori di questo sport. Una disciplina che ha visto in Italia il numero dei praticanti passare dai 33.000 del 2011 ai 94.500 del 2020. Con tante soddisfazioni agonistiche: 63 medaglie in 11 edizioni dei Mondiali dal 2022 a oggi per i colori azzurri. La Skitrab oggi produce circa 50 paia di sci al giorno con assemblaggio artigianale e una finitura tecnologica di alta qualità.
I figli di Giacomo, Adriano e Daniele, entrano nell’azienda di famiglia verso la fine degli anni 80 e, nel tempo, diventato l’anima tecnica e commerciale di Ski Trab. Lo sci alpinismo a MilanoCortina 2026 diventa olimpica ed entra nel programma di gare assegnando tre medaglie con le gare sprint (maschile e femminile) e la staffetta mista. Gli atleti si sfideranno sulla pista Stelvio di Bormio davanti a 2.500 spettatori seduti nel nuovo Ski Stadium. A poche centinaia di metri dalla cantina del signor Giacomo Trabucchi e dalla nuova e innovativa sede di Ski Trab. “È una coincidenza bellissima quella di avere le gare di sci alpinismo per la prima volta ai Giochi e proprio qui a Bormio – conclude Adriano Trabucchi – a poca distanza da noi che siamo una delle aziende più storiche nel mondo dello sci alpinismo con tanti campioni che usano i nostri materiali”