AGI - Le tragedie migratorie sono “talvolta oggetto di una gestione strumentale da parte di alcuni Stati”, che le trasformano in minacce per i loro vicini, in palese violazione delle convenzioni internazionali liberamente sottoscritte. È questo il monito lanciato dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nel suo discorso alla Conferenza degli ambasciatori italiani a Roma. "Ci troviamo di fronte”, ha proseguito Mattarella, "al paradosso di una società globale sempre più interconnessa e interdipendente che attraversa una fase in cui le sirene del settarismo nazionalista, etnico e talvolta arbitrariamente religioso si ripresentano con ricette trite e ritrite". Nel suo discorso di apertura, il Capo dello Stato ha dipinto un quadro a tinte fosche dell'attuale situazione internazionale, uno scenario di “grande incertezza”, segnato dal “moltiplicarsi dei conflitti e dalla corsa alla frammentazione, anche economica”, in cui “tornano le sirene del settarismo nazionalista, etnico e talvolta arbitrariamente religioso”.
Gli stessi Stati, ha avvertito Mattarella, “sono messi in discussione nella loro capacità di perseguire e garantire gli interessi dei popoli e, di conseguenza, dei cittadini”. È in questo contesto che, secondo il Presidente della Repubblica, occorre chiedersi quale sia il ruolo della diplomazia che, nelle democrazie mature, deve essere “motivo naturale di convergenza tra gli interessi del popolo e quelli dello Stato”.
La diplomazia “conosce il valore prezioso dei piccoli passi”, ha sottolineato Mattarella, riferendosi all'accordo di cessate il fuoco in Libano. Un accordo che ora “ci dà speranza per Gaza”. Dobbiamo finalmente ottenere l'immediato rilascio degli ostaggi israeliani”, ‘porre fine alle disumane sofferenze della popolazione civile della Striscia di Gaza e poter fornire aiuti immediati’. Ciò significa non limitarsi a soluzioni contingenti, per quanto preziose per salvare vite umane.
La mediazione non significa rinunciare a obiettivi ambiziosi”, ha spiegato il Capo dello Stato. Per quanto riguarda la Palestina, secondo Mattarella è necessario “riaffermare con forza che, per l'Italia, la vera prospettiva di futuro sta nella coesistenza di due Stati”, una “soluzione oggettiva e senza alternative”, “condizione indispensabile anche per una finalmente solida garanzia di sicurezza per Israele”.
Quanto all'Ucraina, dove la guerra sta per entrare nel terzo anno, Mattarella ha ricordato che “la pace richiede il contributo di tutti, in particolare delle potenze mondiali, perché le responsabilità sono globali e globali sono le conseguenze dell'attacco alla legalità da parte della Federazione Russa”.
Infine, il Presidente della Repubblica non ha mancato di fare riferimento all'Africa. In questo contesto, Mattarella ha ricordato il Piano Mattei, il piano di investimenti elaborato dal Governo italiano, che ha definito “una grande sfida che valorizza il contributo dell'Italia allo sviluppo del continente”.