AGI - Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden mantiene la promessa fatta a suo tempo e si reca in Angola per una delle ultime sue missioni prima di lasciare definitivamente la Casa Bianca. Prima di lui, l'ultimo presidente statunitense a visitare l'Africa era stato Barack Obama: nel 2015 aveva visitato Kenya ed Etiopia.
Biden ha avuto un incontro bilaterale a Luanda con il suo omologo João Lourenço, al quale ha ribadito che “il futuro del mondo è in Africa”. L'incontro con Lourenço è stato seguito da una visita al Museo nazionale della schiavitù, dove ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato la forza e l'importanza duratura delle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Angola, e con l'Africa in generale
Mercoledì, la visita di Biden proseguirà nella provincia di Benguela, dove visiterà l'impianto di trasformazione alimentare del Gruppo Carrinho e il porto di Lobito. A Benguela, il Presidente Biden parteciperà anche al Forum commerciale Angola-USA. Lobito sarà il punto culminante della visita di Biden, per via del maxi progetto ferroviario di 1.300 chilometri che sarà finanziato dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea, volto a collegare i bacini minerari della Repubblica Democratica del Congo (RDC) - in particolare rame e cobalto - allo Zambia e al porto angolano di Lobito sull'Oceano Atlantico, offrendo una rotta veloce ed efficiente per le esportazioni verso l'Occidente.
Il 26 ottobre 2023 è stato firmato un memorandum d'intesa tra Stati Uniti, Commissione Europea, Angola, Repubblica Democratica del Congo e Zambia per la ristrutturazione e la ricostruzione dell'arteria ferroviaria che, una volta completata, collegherà la città di Kalumbila, nel nord dello Zambia, alla costa angolana, passando per il sud della Repubblica Democratica del Congo. Il progetto, che si stima costerà circa 1 miliardo di dollari (in parte stanziati dalla Banca Africana di Sviluppo e dalla Banca Mondiale), mira a ottimizzare il trasporto di minerali critici dalla cosiddetta “Cintura del rame” africana (dal sud della RDC al nord dello Zambia) ai porti atlantici dell'Africa meridionale. La linea ferroviaria sarà gestita da un consorzio chiamato Lobito Atlantic Railway, guidato dalla società svizzera Trafigura e comprendente anche il gruppo di costruzioni portoghese Mota-Engil e l'operatore ferroviario belga Vecturis.
La Development Finance Corporation (DFC) statunitense ha già concesso un prestito di 550 milioni di dollari per rinnovare la rete.
Al progetto partecipa anche l'Italia che, in occasione del vertice G7 di Borgo Egnazia dello scorso giugno, ha approvato lo stanziamento di un massimo di 320 milioni di dollari da investire - nell'ambito del Piano Mattei - nella costruzione di infrastrutture ferroviarie, unendosi agli sforzi di Stati Uniti e Unione Europea. In modo analogo, il Regno Unito ha annunciato un impegno di oltre 50 milioni di dollari per sostenere progetti di energia pulita e infrastrutture di trasporto, nonché studi geologici lungo il corridoio di Lobito, al fine di identificare e sfruttare in modo efficiente le risorse naturali presenti nella regione.
L'interesse dei governi occidentali per il progetto riflette l'intenzione - promossa dagli Stati Uniti - di attuare un'iniziativa alternativa a quella guidata dalla Cina, che lo scorso settembre ha firmato un accordo con i governi di Tanzania e Zambia per ristrutturare e ammodernare la vecchia ferrovia Tanzania-Zambia (Tazara), lunga 1.860 chilometri e che collega la città zambiana di Kapiri Mposhi al porto tanzaniano di Dar es Salaam.