AGI - La sfida che il mondo deve affrontare non è solo garantire “cibo” a tutti, ma anche una buona alimentazione. È questo il messaggio che il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha portato al vertice del G20 di Rio de Janeiro, in Brasile, in occasione del lancio della nuova Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà. L’Italia, ha ricordato Meloni, accoglie a Roma la Fao, il Pam e l’Ifad, i tre pilastri del polo agroalimentare delle Nazioni Unite: è quindi non solo “osservatore privilegiato”, ma anche “uno dei maggiori protagonisti della percorso comune per costruire sistemi alimentari sostenibili, equi e resilienti”.
“La nostra esperienza ci dimostra che se vogliamo raggiungere la sicurezza alimentare dobbiamo innanzitutto difendere il diritto di ogni popolo e di ogni nazione a scegliere il modello di produzione e il sistema alimentare che meglio si adatta alle proprie caratteristiche. Ogni nazione ha le sue particolarità e queste scelte non possono che basarsi sui territori, sulle realtà locali, sulle proprie culture. Un rapporto più forte tra territori, persone e lavoro può permetterci di ottenere cibo di migliore qualità e filiere produttive sostenibili”, ha aggiunto Meloni, sottolineando che “l'identità è sempre sinonimo di ricchezza”.
Per Meloni non esistono “soluzioni precostituite e uguali per tutti”: “Dobbiamo costruire nuovi modelli basati sui punti di forza e sulle buone pratiche dei diversi sistemi alimentari”, ha proseguito, dicendosi convinta del ruolo “fondamentale” che la ricerca può avere. “Voglio un mondo in cui la ricerca e la tecnologia non servano a sostituire l'agricoltura, ma a garantire colture sempre più resistenti alle fitopatologie e agli eventi naturali estremi, tecniche di coltivazione in grado di migliorare la produzione e ridurne gli effetti negativi, come l’eccessivo consumo di acqua”.
Il capo del governo italiano ha citato soprattutto l'Africa, “che conta il 60% delle terre coltivabili incolte del mondo”: un potenziale “enorme”, che potrebbe “non solo permetterci di nutrire la popolazione” del continente, ma anche di contribuire alla sicurezza alimentare di altre regioni del pianeta. Anche per questo, ha affermato la Meloni, “gran parte del Piano Mattei per l'Africa è dedicata all'agricoltura e all'acqua”. Progetti stanno già dando i loro frutti in Egitto, Algeria, Kenya, Tunisia, Etiopia, Costa d'Avorio e Mozambico, ha spiegato Meloni, secondo cui è tuttavia necessario “liberare ancora più risorse”. Meloni ha assicurato di aver sollevato il tema al G20 di Rio de Janeiro, con il presidente della Banca africana di sviluppo, Akinwumi Adesina, e con il presidente della Banca mondiale, Ajay Banga.