AGI - Il continente africano, spinto dalla sua crescita demografica e da un patrimonio di terre agricole ancora in larga parte da sfruttare, vedrà la domanda di macchinari agricoli insensibile crescita. Uno scenario che schiude importanti opportunità per il Made in Italy, in particolare nel comparto dei macchinari.
Questa la fotografia scattata in occasione della conferenza stampa di apertura di Eima International - l’Esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio organizzata da FederUnacoma, a BolognaFiere, una delle vetrine europee di maggior richiamo per promozione del settore meccanico-agricolo.
A fronte di mercati in calo (-6% nei primi sei mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e in attesa di una ripresa attesa per la seconda metà del 2025, un’attenzione particolare deve essere rivolta alla nuova geografia dei mercati. Questo uno dei temi chiave su cui si sono si sono confrontati esperti del settore ed analisti nel corso del convegno “Area africana di libero scambio e Piano Mattei: una finestra sul futuro dell’agricoltura”, organizzato dalla Federazione Nazionale dei costruttori di macchinari agricoli e della rivista Africa e Affari in coincidenza con l'avvio della 46esima edizione Eima International.
Inaugurato ieri alla presenza del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida e dal Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, con i maggiori esponenti del comparto, l'evento anche quest'anno - secondo gli addetti ai lavori - farà convergere sul capoluogo emiliano, fino al 10 novembre, centinaia di migliaia di visitatori dopo i record toccati nell'edizione 2022 con 1.500 espositori (di cui quasi un terzo stranieri) e oltre 300mila presenze.
Ma sono stati soprattutto gli eventi a margine di Eima - i convegni e le tavole rotonde in programma - ad accendere i riflettori sul futuro della meccanizzazione agricola italiana e dell'agricoltura in un mondo dove la geografia é in rapido cambiamento, sulla scia delle crisi internazionali degli ultimi anni. Crisi che, per esempio, hanno portato ad aumentare la produzione di cereali in alcuni Paesi per far fronte ai crolli produttivi provocati dalla guerra tra Russia e Ucraina, il granaio d'Europa.
Anche questo spiega, secondo la presidente di FederUnacoma, Mariateresa Maschio, la ragione per cui la domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere in modo molto consistente in linea con il cambiamento della geografia dei mercati. Le grandi piazze dell’Europa e del Nordamerica manterranno un alto livello di investimenti per garantire standard qualitativi elevati; India e Cina tenderanno a stabilizzare la meccanizzazione sui grossi quantitativi raggiunti in questi anni; ma i mercati emergenti saranno quelli del Sud-est asiatico e dell’Africa. Si venderanno più macchine agricole, ha detto la presidente Maschio, “in quelle regioni del mondo nelle quali si registra un forte sviluppo dell’agricoltura a causa dell’incremento demografico, dove quindi sono necessarie dotazioni tecnologiche maggiori di quelle attuali”.
Un Paese chiave - è stato sottolineato durante la conferenza - sarà l’Indonesia, che già oggi conta circa 300 milioni di abitanti. Qui le importazioni di macchine agricole sono in crescita costante da 15 anni a questa parte, e sono passate da un valore di 140 milioni di euro nel 2009 a un valore di quasi 700 milioni nel 2023 con la previsione di una ulteriore crescita del 6,7% annuo nei prossimi quattro anni. Sulla stessa strada dell’Indonesia si trovano altri Paesi del sud-est asiatico densamente popolati come il Vietnam (100 milioni di abitanti) le Filippine (110 milioni di abitanti) che dovrebbero incrementare l’import di macchinari dal 6 al 7,8%; mentre la Thailandia (71 milioni di abitanti) farà registrare un incremento del 6,8%.
Per quanto riguarda l’Africa, nell’analisi di Eima spiccano la Nigeria, l’Etiopia e l Repubblica democratica del Congo, tutti Paesi che entreranno nel novero delle nazioni più popolose del pianeta. In Nigeria, appena il 46% delle terre coltivabili è oggi utilizzato - è stato detto nel corso della conferenza - mentre nella Repubblica democratica del Congo solo il 10% dei terreni arabili è utilizzato per l’agricoltura, così che la messa in produzione di nuovi territori rappresenta una priorità per questi come per altri Paesi del continente. Tutto questo porterà a un incremento della domanda di tecnologie nell’immediato futuro e ancor di più nell’arco dei prossimi 20 anni. Da qui al 2027, l’importazione di macchinario agricolo crescerà per esempio del 7% annuo in Etiopia e del 12% in Congo.
Anche il titolare all'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, é intervenuta a Bologna in tema di grandi sfide per gli scenari agricoli globali in un frangente segnato da grande instabilità geopolitica avere una strategia per non aggravare la situazione geopolitica in ambito agricolo. "Lo scenario mondiale è in continua evoluzione ma l'Italia - ha assicurato - sta lavorando sia per finalizzare nuove strategie, sia per non aggravare il comparto sia che per dare aiuto all'innovazione e alla sostenibilità in questo settore".