AGI - La diplomazia culturale è un pilastro della politica estera e della crescita economica dell’Italia e i suoi 88 istituti culturali nel mondo vi partecipano attivamente. Questo il messaggio di apertura degli “Stati Generali della Diplomazia Culturale – Cultura è/e crescita” organizzati dalla Farnesina a Matera il 5 e 6 novembre. L'evento riunisce direttori e delegati degli istituti italiani di cultura di tutto il mondo per confrontarsi sulla promozione del nostro Paese all'estero, attraverso il coordinamento di iniziative formative e didattiche, la diffusione della conoscenza della lingua italiana, le missioni archeologiche, l'editoria e il cinema, la industria culturale. L'evento guarda anche al futuro, con i numerosi progetti di formazione tecnica finanziati in Africa attraverso il Piano Mattei e la prospettiva di realizzare attività dedicate alla tecnologia e al ruolo dell'intelligenza artificiale nell'arte.
Spunti e linee guida per orientare il lavoro degli istituti italiani di cultura nei prossimi anni sono stati forniti da enti locali, come il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e la direttrice del Museo Nazionale di Matera, Anna Maria Mauro, e da personalità da istituzioni come il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani; il Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini; il Ministro delle Riforme Istituzionali e della Semplificazione Normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati; il Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Istruzione e del Merito, Paola Frassinetti; il presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Federico Mollicone, e la presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, Stefania Craxi.
Il titolo dell'evento di quest'anno – “Cultura e/è Crescita” – nasce da un percorso che riconosce il ruolo della diplomazia culturale nella crescita economica del Paese, come ha ricordato nel suo intervento di apertura il Direttore Generale della Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri, Alessandro de Pedys. “La gestione nella formula attuale è nata tre anni fa e da allora abbiamo ottenuto numerosi spazi, intensificando il dialogo con i territori e le realtà culturali. Siamo invitati a molti eventi pubblici e stiamo vedendo un aumento del nostro pubblico. Molti di coloro che ci cercano lo fanno per la nostra capacità progettuale, e noi dobbiamo rispondere a questo crescente interesse con un’offerta di qualità”, ha affermato De Pedys. “La diplomazia culturale è uno dei pilastri della crescita dell’economia italiana, è parte integrante del processo economico: musicisti, ballerini e artisti sono presenti in un vasto mercato dell’arte globale di quanti sono pronti a spendere ingenti somme, così come lo sono i musei stranieri per prendere in prestito opere dai musei italiani”, ha spiegato.
“Quello che fanno gli istituti italiani di cultura – sostenere gli artisti, incoraggiare le collaborazioni – è paragonabile a un’attività di sostegno all’export e ha un impatto altrettanto diretto”, ha aggiunto de Pedys, ricordando che nel 2023 l’attività culturale ha generato oltre 100 miliardi di euro, con un incremento di 5,5% rispetto al 2022. L’indotto (turismo, logistica, ospitalità e comunicazione) genera un valore di 240 miliardi di euro, pari al 10% del prodotto interno lordo italiano. “L'attività degli istituti italiani di cultura contribuisce a mantenere la competitività del nostro sistema economico”, ha concluso de Pedys, ricordando che il settore dà lavoro a un milione e mezzo di persone.
La scelta dell'evento non è casuale: Matera, dopo Napoli e Firenze, è la terza città a ospitare questo evento culturale, con l'obiettivo di uscire dalla Farnesina e "mettere in risalto tutte le città italiane, comprese quelle del Sud", come ricorda del Ministro Tajani che ha citato anche l'italiano come strumento fondamentale per presentare l'Italia all'estero. “Ho deciso di creare un evento che riunisca tutti i paesi di lingua italiana: non solo Italia, Svizzera, San Marino e Città del Vaticano ma anche quelli dove la nostra lingua è ampiamente parlata: Malta, Albania, i Paesi Balcanici, Brasile e Argentina. Usiamo la nostra lingua come strumento di amicizia, pace e conoscenza. Molte persone vogliono studiare l'italiano e dobbiamo migliorarlo il più possibile”, ha concluso Tajani.