AGI - Ancora un via libera, questa volta dai ministri del G7 Sviluppo riuniti a Pescara, alla creazione di un Fondo Globale a sostegno del settore del caffè, un progetto innovativo dell'Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO) che sarà testato dapprima in cinque Paesi africani (Etiopia, Uganda, Tanzania, Kenya e Malawi) per poi essere presumibilmente essere replicato in America Centrale e Asia.
L'iniziativa, presentata in dettaglio oggi, in occasione della Ministeriale Abruzzo (dopo esser stata lanciata quest'estate, a Borgo Ignazia, dai Grandi del Pianeta) mira a coordinare le attività tra tutti i Paesi del G7 a sostegno del settore del caffè e alla creazione di un fondo pubblico-privato, in linea con le ambizioni e le risorse del Piano Mattei per l'Africa, ma con la speranza di raccogliere ulteriori fondi a livello globale.
“La natura globale, interconnessa e urgente delle sfide da affrontare richiede una combinazione di misure politiche vincolanti e non vincolanti che promuovano la sostenibilità della filiera del caffè”, si legge nella dichiarazione finale del G7 rilasciata al termine della prima giornata di lavori. Il documento chiede “un'azione rafforzata, coordinata a livello globale e multi-stakeholder, che si basi anche sulle iniziative esistenti e che riunisca i Paesi produttori e consumatori di caffè in un partenariato vantaggioso per tutti”. A questo proposito, l'Italia e i Paesi del G7 riconoscono “diversi livelli di vulnerabilità climatica e di responsabilità, in particolare per quanto riguarda i piccoli agricoltori che vivono in condizioni di povertà”.
Per Gerardo Patacconi, responsabile delle operazioni dell'ICO, l'iniziativa promossa sotto la Presidenza italiana del G7 è “totalmente innovativa”. “È la prima volta che i Paesi del G7 e i partner decidono di concentrarsi su un settore, in particolare quello del caffè”, ha dichiarato a margine del vertice. L'iniziativa “è già stata esaminata dal gruppo G7 Ambiente e dal vertice dei leader del G7 a Borgo Egnazia, e oggi è stata esaminata dal gruppo G7 Sviluppo”, ha proseguito Patacconi, segno che c'è “il riconoscimento dell'importanza di investire” nel settore del caffè.
L'impatto del cambiamento climatico “è molto forte, e il rischio è che una tazzina di caffè possa un giorno costare fino a 100 dollari se non si interviene sulle piantagioni”.
Circa 5-6 milioni di produttori di caffè vivono al di sotto della soglia di povertà: l'iniziativa propone quindi di coordinare, tra i Paesi del G7, le attività svolte a sostegno del settore del caffè e la creazione di un fondo pubblico-privato. Il processo ha portato i Paesi del G7 a interagire con l'industria mondiale del caffè: l'idea è di elaborare un piano di lavoro con le agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali, per mettere in pratica le soluzioni nei vari Paesi. In Italia, Lavazza e Illy stanno facendo da apripista.
I ministri del G7, a Pescara fino a domani sera per la Riunione ministeriale sullo sviluppo, hanno adottato una Dichiarazione che ribadisce il loro impegno per la piena attuazione dell'Agenda 2030 e il raggiungimento dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile. In particolare, la strategia di sviluppo individuata nel documento si basa su quattro pilastri: sicurezza alimentare e sistemi alimentari sostenibili; investimenti e infrastrutture sostenibili; rafforzamento dei sistemi sanitari e miglioramento della sicurezza sanitaria; istruzione e sviluppo.