AGI - Il Festival della Diplomazia, arrivato alla XV edizione, quest'anno si concentra sulle tante facce del potere, tema che dà il titolo alla serie di appuntamenti in cui, dal 16 al 25 ottobre, si confronteranno diplomatici, storici, economisti e politologi. In oltre cento appuntamenti saranno affrontati temi legati alle molteplici attività svolte dagli Stati, attraverso le loro rappresentanze diplomatiche, in attività di negoziazione, a livello bilaterale e multilaterale, per la soluzione dei drammatici conflitti in corso, in tanti campi della politica e del commercio internazionale.
Saranno messi in luce i personaggi e le più significative iniziative diplomatiche della Storia: fra ideologie, valori e convinzioni etiche, isolazionismo e interdipendenza, equilibrio delle forze e politica di potenza. Ci saranno tavole rotonde, seminari e convegni con il coinvolgimento di oltre 400 relatori da tutto il mondo, 80 ambasciate, otto facoltà universitarie, con una partecipazione prevista di oltre 10.000 persone.
Gli incontri si svolgeranno in diversi luoghi istituzionali e accademici creando ancora una volta le opportunità per discutere e divulgare temi di politica e relazioni internazionali. Nella storia del Festival si registrano anche incontri rivelatisi d'importanza storica: ne è esempio la decisione presa in uno di questi da Ministero degli Esteri, Ministero della Marina e AIMO di far salire i militari sulle navi commerciali italiane per proteggerle. Il Festival della Diplomazia è nato nel 2010 e l'obiettivo principale che ne ha motivato la nascita, è stato riaffermare l'identità e la vocazione di una "Roma International" che ospita oltre 340 Ambasciate accreditate presso il Quirinale, la Città del Vaticano e il Polo delle Nazioni Unite, ma anche di 46 Istituti e Accademie Culturali, decine di ONG e Università straniere.
"La storia ci insegna che i rapporti di potere e di forza cambiano velocemente e considerare le dinamiche nelle relazioni diplomatiche è essenziale per trovare nuovi equilibri. Questo Festival", dice Giorgio Bartolomucci, fondatore e segretario generale, "ha l'ambizioso obiettivo di mettere a confronto esponenti di aree e posizioni diverse, per identificare nuove politiche capaci di superare i conflitti in atto e comprendere quali siano i tanti modi in cui gli Stati esercitano il loro potere, che non sempre è di natura militare o finanziaria, ma può trovare origine nell'innovazione tecnologica, nella ricerca scientifica, nella cultura e nell'utilizzo del proprio soft power. Il coinvolgimento degli studenti dei licei e delle università è un investimento per il futuro della diplomazia, come delle relazioni interpersonali".