AGI - Un nuovo centro di formazione per guardie di frontiera è stato inaugurato a Sabrata, in Libia, grazie alla collaborazione tra il Ministero della Difesa libico e il Ministero dell'Interno italiano. Il progetto rientra nel programma europeo SIBMMIL (Support for Integrated Border and Migration Management in Libya) ed, infatti, la'ertura del centro é stata annunciata dall'ambasciatore dell'Unione Europea in Libia, Nicola Orlando, che ha preso parte alla cerimonia d'inaugurazione
“Sostenere la Libia nella gestione delle frontiere e nelle operazioni di salvataggio, nel rispetto dei diritti umani, è un pilastro del partenariato con l'UE”, ha scritto Orlando su X. Il programma prevede una formazione sui diritti umani fornita dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). “Grazie al continuo sostegno dell'Europa e alla formazione dell'OIM, gli agenti libici saranno in grado di salvare vite umane, combattere il traffico di esseri umani e contrastare la migrazione irregolare”, ha aggiunto il diplomatico
Giovedì scorso, 10 ottobre, il Ministero dell'Interno del governo libico di unità nazionale (GUN) ha annunciato incontri a Tripoli tra le autorità libiche e italiane per rafforzare la cooperazione bilaterale nei settori dello scambio di dati e informazioni tra i due Paesi, della sicurezza marittima e della manutenzione delle navi. Il progetto SIBMMILL, iniziato nel 2017, ha visto l'Italia firmare per prima il memorandum d'intesa con la Libia (sottoscritto dai ministri dell'Interno dei due Paesi) 5 anni fa.
I trafficanti di esseri umani in Libia utilizzano metodi sempre più ingegnosi per eludere i controlli. La scorsa settimana, la brigata 444 ha fermato un convoglio di auto addobbate come se stessero andando a un matrimonio, che si è rivelato un abile tentativo di trasportare illegalmente una cinquantina di migranti di diverse nazionalità: tra loro c'erano otto donne e due bambini. I filmati dell'operazione mostrano i veicoli decorati con cuori, nastri e colori vivaci, come spesso si vede nelle feste locali. Il piano era di trasportare i migranti dalle regioni desertiche alle zone costiere, presumibilmente con l'obiettivo di farli imbarcare per l'Italia. A ogni migrante venivano addebitati circa 1.500 dinari libici (circa 285 euro) per il viaggio di quattro ore, per un profitto totale di 75.000 dinari per i trafficanti.
Fino al 30 settembre sono arrivati in Italia via mare dalla Libia 30.147 migranti, pari al 55,94% del totale, con un calo del 17,81% rispetto ai 36.680 migranti sbarcati nello stesso periodo del 2023. La maggior parte delle partenze dalle coste libiche è avvenuta dalla Tripolitania, la regione nord-occidentale del Paese, mentre 939 migranti (il 3,11% delle partenze dalla Libia) sono arrivati in Italia dalla Cirenaica.
L'ultimo rapporto dell'OIM ha registrato 761.322 migranti in Libia tra giugno e luglio 2024, distribuiti in 100 comuni. Le principali città di destinazione sono Tripoli (15%), Misurata (11%), Bengasi (10%) e Zawiya (6%). Si è registrato un aumento del 5% rispetto ai mesi precedenti, dovuto principalmente all'arrivo di cittadini in fuga dal conflitto in Sudan. L'80% dei migranti proviene da Niger, Sudan, Egitto e Ciad. Il rapporto rileva le difficoltà incontrate dai migranti nell'accesso ai servizi essenziali, come l'assistenza sanitaria e l'acqua potabile, con gravi carenze, in particolare nella regione di Al Kufra.