AGI - Cartagine e Roma, un tempo rivali, sono ora unite dalla ricerca archeologica e dal desiderio di preservare e valorizzare il patrimonio comune. Secondo il professor Umberto Pappalardo, direttore del Centro Internazionale di Studi Pompeiani, questo rapporto rafforza la cooperazione culturale tra Italia e Tunisia. “La cooperazione tra Italia e Tunisia nel campo dell'archeologia classica ha radici profonde”, spiega Pappalardo in un'intervista. Un esempio di questa cooperazione è l'acquisizione della collezione del grande punicologo Sabatino Moscati, che ora è ospitata nella Sala Sabatino Moscati accanto al Museo di Cartagine
Un altro pilastro della collaborazione è la Scuola Archeologica Italiana di Cartagine, guidata da figure come Attilio Mastino, ex rettore dell'Università di Sassari, e il punicologo Piero Bartoloni. “Ho proposto due progetti ai miei colleghi tunisini e al presidente Mastino”, spiega Pappalardo. “Il primo riguarda la valorizzazione del cimitero punico di Cartagine, il parco archeologico del Tophet, che manca di strumenti didattici per scolaresche e turisti. Dobbiamo creare strumenti che permettano una comprensione più approfondita del sito”.
Il secondo progetto riguarda il porto di Cartagine, un sito che secondo Pappalardo merita maggiore attenzione. Il porto di Cartagine, e in particolare l'isolotto di Cothon, era il centro della marina cartaginese, una potenza navale che ha dominato il Mediterraneo per secoli e ha combattuto contro Roma. Il porto è già stato oggetto di studi da parte dell'Unesco e di diversi Paesi europei, tra cui l'Italia, ma Pappalardo propone una nuova visione: “Dobbiamo trasformare il porto in un parco archeologico, con supporti didattici e ricostruzioni virtuali che possano spiegare a scolari, studenti e turisti la grandezza della marina cartaginese, un argomento spesso trascurato”.
Una delle idee principali di Pappalardo per la valorizzazione dei siti archeologici tunisini è l'uso delle nuove tecnologie. “L'Italia è leader mondiale nella valorizzazione del patrimonio culturale e possiamo applicare queste competenze anche in Tunisia”, afferma il professore. Un esempio concreto è la creazione di mostre multimediali nei musei, utilizzando strumenti digitali che offrono ricostruzioni virtuali e visite interattive. Immaginate un museo dedicato alla navigazione cartaginese nel Cothon, con tecnologie all'avanguardia per raccontare la storia di Cartagine ai visitatori di tutto il mondo”, suggerisce l'archeologo.
Pappalardo è anche un esperto di terme romane, argomento sul quale terrà la sua lectio magistralis a Tunisi. “Le terme non erano solo luoghi per fare il bagno, ma vere e proprie case per la gente”, spiega. “Pompei, ad esempio, una città di circa 20.000 abitanti, aveva almeno sette bagni pubblici. Le terme erano centri sociali, dove le persone si incontravano per affari, svago e benessere”. Pappalardo sottolinea che “le terme di Caracalla e Diocleziano a Roma e quelle di Antonino a Cartagine erano tra le più grandi e imponenti dell'Impero, offrendo non solo bagni ma anche scuole, biblioteche, tribunali e ospedali”.