AGI - La riunione dei ministri del G7 a Mirabella Eclano (Avellino), presieduta dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, capo del Viminale, si è concentrata sul rinnovato impegno dei sette principali Paesi industrializzati nella lotta all'estremismo, nel contesto delle crescenti minacce derivanti dagli scenari di crisi internazionali, e sull'adozione di un piano comune per affrontare il fenomeno migratorio.
“Abbiamo discusso delle complesse sfide alla sicurezza che le nostre nazioni devono affrontare e abbiamo rinnovato il nostro impegno a combattere le minacce alle nostre società e ai valori democratici”, sottolinea la dichiarazione finale dei ministri, che hanno anche ribadito l'importanza di adottare "un approccio globale per fornire misure efficaci e sostenibili per affrontare questi crimini complessi, sfruttando le sinergie con altre iniziative per promuovere la cooperazione internazionale".
La riunione ministeriale del G7 ha approvato “un piano d'azione per prevenire, combattere e smantellare le reti criminali organizzate che traggono profitto dal traffico di migranti, dalla tratta di esseri umani e da altri reati, e per smantellare i modelli di business delle imprese criminali organizzate”. La dichiarazione condanna anche “il terrorismo e l'estremismo violento in tutte le loro forme, sia online che offline”.
I rappresentanti di Libia, Algeria e Tunisia hanno partecipato alla riunione ministeriale e hanno preso parte alla sessione dedicata al tema della migrazione. Nella conferenza stampa conclusiva, Piantedosi ha spiegato che il piano d'azione adottato dai ministri degli Interni del G7 per affrontare il fenomeno migratorio si articola in “cinque pilastri”. “In primo luogo, prevede il rafforzamento delle capacità investigative delle forze di polizia, anche con l'avvio di azioni congiunte, attraverso la creazione di una rete di unità specializzate nei reati e nelle indagini nel campo del traffico di migranti e della tratta di esseri umani”, ha spiegato il ministro. “In secondo luogo - ha aggiunto - c'è il rafforzamento della cooperazione internazionale, sia giudiziaria che di polizia (...) e, in terzo luogo, prevede l'intensificazione della cooperazione con i Paesi terzi di origine, transito e flussi migratori regolari, anche attraverso la collaborazione con le organizzazioni internazionali”.
“In quarto luogo, si prevede lo sviluppo e la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione, sempre in collaborazione con le organizzazioni internazionali. Infine, la conoscenza dei flussi anticiperà le tendenze dei flussi migratori stessi, quelli regolari ovviamente, sia a livello globale che regionale”, ha spiegato il titolare del Viminale.
Piantedosi ha quindi sottolineato che con i rappresentanti di Libia, Algeria e Tunisia c'è stato “un confronto concreto e franco, che ha messo in luce non solo i profili di cooperazione che portano a risultati in termini di riduzione dei flussi migratori, ma anche la capacità di collaborare nel rispetto dei diritti umani”. Secondo il Ministro, i tre Paesi nordafricani hanno finora compiuto grandi passi avanti nell'applicazione di politiche rigorose nella lotta ai trafficanti di esseri umani.