AGI - Circa 2mila morti civili in Libano, migliaia di feriti e più di 1,2 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case e a dirigersi per lo più verso la Siria, mentre l'esercito israeliani avvisa gli abitanti di decine di villaggi al confine di evacuare per non rischiare la vita. Sono i contorni di un'emergenza umanitaria che non sembra dare tregua ai civili. Rispetto a questa situazione disastrosa innescata dall'intensicarsi del conflitto in Medio Oriente, l'Italia sta rispondendo in modo rapido e incisiva, grazie anche al suo Ministero degli Esteri.
Il governo ha già smobilitato oltre 20 milioni di euro per "interventi urgenti" a sostegno dei rifugiati.
17 milioni di euro di fondi, gestiti dall'Ufficio delle Nazioni Unite par il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR) e da diverse Ong italiane, saranno impiegati soprattutto per interventi in campo sanitario e di igiene, per assicurare fonti idriche e aumentare la protezione dei bambini.
Un intervento, ha spiegato il capo della diplomazia italiana, il ministro Antonio Tajani, che si aggiunge ai 6 milioni di euro già smobilitati a inizio anno per altre azioni umanitarie da portare a termine nel Paese dei Cedri. Il titolare della Farnesina ha incontrato proprio ieri l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, per vagliare nuovi interventi da portare a termine in tempi rapidi, in risposta alla crisi. In questo contesto Tajani ha sottolineato il ruolo dell'Italia, uno dei principali donatori dell'UNHCR con oltre 126 milioni di euro allocati dal 2017 a oggi per progetti di contrasto alla migrazione forzata, in particolare in Africa e Medio Oriente.
L'Italia, stando a quanto annunciato, é anche al lavoro per organizzare una conferenza umanitaria internazionale sul Medio Oriente in concomitanza con il G7 Sviluppo di Pescara, in programma dal 22 al 24 ottobre. Un'iniziativa evidentemente volta a rafforzare la cooperazione dei Grandi del Pianeta nella gestione della crisi dei rifugiati libanese.
In aggiunta agli aiuti finanziari per la popolazione locale, il governo italiano si é ovviamente fatto carico della protezione dei concittadini che si trovavano in Libano per varie ragioni. Il primo charter organizzato dal governo in collaborazione con l'Unità di Crisi della Farnesina, con 178 italiani a bordo, é atterrato ieri sera a Fiumicino. "Stiamo lavorando con le compagnie aeree per far fronte alla saturazione voli e agevolare ulteriori rientri per sicurezza nostri cittadini", ha sottolineato Tajani in un post pubblicato su X. Il ministro ha anche ribadito in Senato che il governo "continua a sorvegliare la situazione con la sua ambasciata a Beirut e dell'Unità di Crisi" e che, "per il momento", non é prevista alcuna evacuazione di massa dal territorio libanese.
In risposta all’escalation in corso in Libano e all’arrivo in massa di sfollati libanesi in Siria, l'agenzia Onu per il soccorso dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) oggi ha chiesto urgentemente 27,3 milioni di dollari per assicurare un'adeguata risposta umanitaria nei prossimi 90 giorni. Si tratta di fondi necessari, sostiene UNRWA, per far fronte alle necessità immediate di cibo, beni non alimentari, servizi sanitari, riparo e protezione, per un massimo di 10mila persone in cerca di riparo nei rifugi Onu in Libano e di 5mila rifugiati in Siria. Nel fornire assistenza - ha evidenziato in un comunicato UNRHA - l’Agenzia farà in modo di concentrarsi sulle esigenze di specifici gruppi vulnerabili, tra cui donne, bambini, persone con disabilità e anziani.