AGI - Almeno 53.877 migranti sono sbarcati illegalmente sulle coste italiane da gennaio al 30 settembre di quest'anno. A dirlo sono i dati aggiornati del ministero degli Interni secondo cui alla fine del mese scorso gli sbarchi sono diminuiti del 59,7% rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2023, quando gli arrivi clandestini in Italia avevano toccato quota 133.821. L'analisi incrociata di questi dati e dei dati pubblicati dall'Organizzazione Internazionali per le Migrazioni (OIM) conferma anche il sorpasso della Libia sulla Tunisia come principale paese di partenza dei migranti.
Dati alla mano, 30.147 migranti sono giunti in Italia dalla Libia, ovvero il 55,94% del totale, mentre 'solo' 15.931 persone hanno salpato dalla Tunisia, ovvero quasi il 30% delle partenze totali. Inoltre, 2.662 migranti sono sbarcati dalla Turchia e altri 951 dall'Algeria. L'analisi dei paesi di partenza rileva anche che i flussi dalla Libia, per quanto in calo, hanno nettamente dominato lo scenario migratorio di quest'anno. I migranti su questa rotta sono diminuiti, stando alle statistiche, del 17,81% rispetto lo stesso periodo del 2023 (quando gli arrivi sono stati ben oltre i 36 mila). Gli arrivi dalla Tunisia, tuttavia, sono crollati in modo più deciso passando dai 91.145 del 2023 ai 15.931 di quest'anno segnando una flessione del 82,52%.
Secondo gli analisti, le partenze dai porti libici hanno coinvolto quasi esclusivamente la Tripolitania, mentre solo 939 migranti (cioè il 3% circa dei migranti) provenivano dalla Cirenaica. E questi nuovi flussi, a loro detta, rappresentano un capovolgimento delle tendenze migratorie registrate nel primo semestre 2023 quando dalla regione orientale, controllata dal generale Khalifa Haftar capo delle forze armate libiche di Bengasi partivano la maggior parte dei clandestini diretti in Italia.
Anche l'Organizzazione Internazionale per le Migrazione dell'Onu (OIM) ha fotografato in un nuovo rapporto il fenomeno migratorio sulla rotta mediterranea. Secondo dati dell'organizzazione quest'anno sono stati intercettati e rinviati in Libia in tutto 16.466 migranti. Il numero include 14.481 uomini, 1.134 donne, 540 minori et altre 311 persone "di cui è stato impossibile determinare il genere). Preoccupa il numero delle vittime di questa rotta marittima tra l'Africa del Nord e l'Europa che resta elevato: nella traversata, secondo l'OIM, 466 persone hanno perso la vita mentre altre 655 risultano disperse. Le vittime del Mediterraneo nei primi 9 mesi dell'anno sono complessivamente 1.121 ma per quanto la cifra sia inferiore ai quasi 2.500 morti registrati nel 2023, "la rotta del Mediterraneo centrale si conferma la più micidiale al mondo per i migranti", evidenzia il rapporto.
In merito alle nazionalità dei migranti sbarcati in Italia, i dati rilevano che la maggior parte di loro proviene dal Bangladesh (9.880). Seguono i siriani (8.591), i tunisini (6.584) e gli egiziani (3.036). Altri paesi di provenienza includono la Guinea (2.646), il Pakistan (1.826), l'Eritrea (1.580), il Sudan (1.453), il Mali (1.231) e il Gambia(1.181). Altri 11.683 migranti sono di nazionalità non ancora precisata o in corso di accertamento, mentre un altro dato degno di essere analizzato riguarda il fenomeno dei minori non accompagnati: da inizio anno, in Italia, ne sono sbarcati 5.542 mentre in tutto il 2023 i bimbi giunti senza famiglia sono stati più del triplo, cioè 18.820.
Una ricerca dalla Fondazione Ismu-Ets per le ricerche interetniche, pubblicata a ridosso della Giornata Internazionale della Memoria e dell'Accoglienza del 3 ottobre, non lascia tuttavia molto spazio all'ottimismo. Benchè gli sbarchi siano sensibilmente diminuiti almeno in Italia, nel Mediterraneo negli ultimi 10 anni hanno trovato la morte quasi 30mila migranti. Persone che hanno rincorso invano, su questa rotta tragica, il sogno di una vita migliore.
Dal 2014 a oggi, secondo la Fondazione, sono stati tre gli anni peggiori per le stragi di migranti avvenute: il triennio 2014-2016. L'anno in corso, stando alle proiezioni dell'OIM, dovrebbe chiudersi con meno di 2mila migranti morti o dispersi nel Mediterraneo.