AGI - "Ho compiuto 40 anni quest'anno e ho due bambini piccoli, portare i baffi mi fa sentire più come un papà, ma un papà divertente", ha confessato al New York Times Micah Fitzerman-Blue, sceneggiatore di Los Angeles, che nell’atto di radersi si è improvvisamente fermato, si è rimirato allo specchio per poi decidere di non cancellare quella striscia di pelo tra naso e bocca.
Già, i baffi. Capaci di evocare qualsiasi cosa, dalla rude mascolinità all'ironia stravagante alla sincera allegria di un padre, “stanno vivendo una nuova stagione”, assicura il giornale Usa. Tornano di moda. E sebbene sia difficile separarli dalla tendenza di portare la barba, gli specialisti del genere “affermano che la tendenza all’incremento” sui volti delle persone “è significativa e recente”.
Secondo il giornale, un tempo tratto distintivo delle personalità “rampanti, porno star e icona controculturale o di soggetti demodé”, i baffi sono oggi solo un contraltare della barba. E le ragioni sono più d’una: per esempio, i baffi sono “indice di mascolinità” ma al tempo stesso “giocosi”, tanto più in un mondo che “gode di nuovi modi di interagire con altri generi sessuali”. Specie dopo un decennio che ha visto infoltirsi il numero delle barbe, favorite anche dai prolungati lockdown pandemici che hanno consentito a un sacco di persone “di provarli e rendersi conto che piacevano e donavano”.
Sostiene Matty Conrad, che gestisce diverse barberie a Vancouver e un popolare canale YouTube dedicato alla cura dei peli del viso, che i baffi oggi “abbiano preso il posto delle barbe da più di un decennio”.
Non manca chi osserva che quanti soffrono di calvizie spesso trovino nei baffi un rifugio, un nuovo stile e look. E chi portava un tempo la barba e se l’è tagliata tenendo i baffi, nota d’aver ricevuto nuove attenzioni e d’esser stato guardato in altro modo e d’aver persino ricevuto i complimenti per il nuovo aspetto. I baffi, annota il New York Times, “sono diventati più diffusi nei locali queer a fine anni 2010, specie “quelli sottili che completano quell'estetica sessuale, curata e fatta di pelle e imbracature alla Tom of Finland”, il disegnatore e illustratore finlandese noto per i suoi disegni omoerotici che hanno influenzato la cultura gay del ventesimo secolo.
Insomma, la popolarità dei baffi è sempre stata particolarmente sensibile alle icone culturali e alle tendenze del momento, tant’è che “fino al 1916, ai soldati britannici era proibito radersi il labbro superiore, forse a causa della profonda associazione dei baffi a virilità e forza”. Poi sono diventati pure oggetto d’ironia o scherno: “I baffi a spazzolino di Charlie Chaplin, piccola macchia sopra il labbro, sono stati adottati proprio per il loro fascino umoristico, prima d’esser associati alla figura di Adolf Hitler e non fare più tendenza”. Negli anni '70 e '80 la netta divisione stilistica “tra mainstream e controcultura” ha iniziato ad attenuarsi e i baffi sono stati associati “alla spavalderia maschile”, specie se riferiti a volti come quelli “di Burt Reynolds, Tom Selleck, Sam Elliott”, eccetera.
A fine anni '90, invece, i baffi erano talmente fuori moda che pochi pensavano sarebbero mai tornati in auge. Eppure di lì a poco sono stati recuperati, tanto che oggi i baffi da soli, che richiedono un minimo di cura, suggeriscono anche che chi li indossa sia “persona orgogliosa del proprio stile”, assicura il quotidiano della Grande Mela.