E siste un'Italia più popolosa dell'Italia stessa che vive all'estero. La comunità degli italiani, infatti, costituita ufficialmente da quasi 6 milioni di individui - quelli iscritti all'Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) che hanno diritto di voto - e ufficiosamente da altri 80 milioni (milione più milione meno) di oriundi secondo le Ong e il Rapporto Migrantes che vivono all'estero dove spesso sono nati e che hanno e diffondono la cultura del Belpaese di cui si sentono ancora parte integrante. Un numero che può triplicare se si considerano anche gli stranieri che parlano italiano e 'sposano' la cultura italiana e coloro che orbitano e intorno alle comunita' italiane all'estero e interagiscono con esse.
Quell'Italia fuori d'Italia è composta da persone che nella grande maggioranza dei casi tengono alto il nome del nostro Paese e con il loro lavoro e le loro realizzazioni fanno onore all'Italia. Oggi sono tante le associazioni, le riviste, le istituzioni e perfino le iniziative individuali, che esaltano l'Italia all'estero, ma lavorano un po' ognuna per conto proprio, quando invece unite sarebbero più autorevoli. Partendo da questa idea Mauro Marabini, imprenditore bolognese da anni residente nel Principato di Monaco, direttore del sito 'Alter Italia', ha organizzato un convegno internazionale il 16 e il 17 settembre a Mentone, città sul confine con l'Italia, situata sulla Costa Azzurra. Lo scopo è quello di riflettere sul ruolo degli italiani che vivono e lavorano all'estero e di creare un network tra quanti operano fuori dai confini. Il convegno, intitolato "Italia Eterna" è rivolto agli italiani trasferiti all'estero per lavoro o per scelta di vita (chiamati in inglese expat), ma che rimangono cittadini italiani; stranieri con radici italiane e che spesso prendono un secondo passaporto, quello italiano; ma anche stranieri che amano l'Italia e ne parlano la lingua.
Come spiega all'AGI lo stesso imprenditore, 'Alter Italia' è "un concetto che ha proprio questa ambizione, di creare un legame tra tutte queste realtà per esprimere ancora più incisivamente l'italianità in tutte le sue espressioni e forme e per contribuire all'influenza dell'Italia sul mondo".
"Da quando sono all'estero navigo alla ricerca di italiani - racconta -. Ho scoperto un'altra Italia che esiste oltre i 6 milioni iscritti all'Aire: ci sono centinaia di milioni di italiani che rappresentano l'Italia fuori dall'Italia. Il mio intento è di renderli consapevoli della loro 'grandeur' - culturale, economica, artistica, scientifica - e metterli in contatto tra di loro. Io organizzo questo convegno cercando di costruire un ponte. Proponiamo agli esponenti del mondo italico di mettersi in contatto tra di loro. Perche' e' grazie a loro che abbiamo l'export sempre in attivo anche in questo momento di crisi globale".
Un mondo vastissimo, dunque, di persone che hanno ritrovato l'orgoglio della loro origine italiana di cui, spiega Marabini, "prima si vergognavano". "Il mio scopo è di sottolineare e valorizzare quello che c'è già, un mondo, una cultura, un modo di essere e sentire l'appartenenza a un popolo e sensibilizzare la politica - aggiunge -. Con Draghi abbiamo aumentato la nostra reputazione all'estero, anche se i partiti non fanno molto per gli italiani all'estero. E allora forse è giunto il momento di farsi sentire. Bisogna percorrere altre strade perché dobbiamo essere consapevoli che è una grande fetta d'Italia che vive all'estero". Che fare? Secondo Marabini "la politica deve investire di più. All'estero infatti spesso non c'è possibilità di mettersi in contatto con ambasciate o consolati d'Italia perché manca il personale - prosegue - pensi che lo stesso numero di funzionari che sono nel Principato di Monaco, dove vivono circa 8mila italiani, c'è anche a Londa dove ce ne sono 500mila. La classe politica deve tener conto che esiste questa realtà - aggiunge - e deve prendersene cura. I governanti devono fare di più in questo senso, bisogna investire all'estero, essere più presenti perché altrimenti prevale la burocrazia che è sempre un freno allo sviluppo e alla crescita".
Dal 2006, dopo la caduta del terzo governo Berlusconi, non c'è più un ministro per gli italiani nel mondo (ultimo è stato Mirko Tremaglia). E questo, sottolinea Marabini, è "un grave errore che il nuovo esecutivo spero non ripeterà perché - sottolinea con forza - deve esserci un ministro che si occupi degli italiani all'estero le cui comunità sono vaste, importanti e influenti. Basti pensare - aggiunge - che quando la federazione degli italo-americani organizza la sua festa, ha tra i commensali il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti, oppure che a Ginevra esistono 75 associazioni culturali italiane".
Il convegno in programma per due giorni a Mentone, ospitato nello storico Palace des Ambassadeurs, creazione Belle Epoque firmata nel 1865 da Gustave Eiffel, vedrà la partecipazione di conferenzieri che vengono da diversi Paesi e ambienti. Dagli Stati Uniti interverranno monsignor Salvatore Cordileone, arcivescovo di San Francisco; Josephine Maietta presidente della Association of Italian American Educators (Aiae); Andrew Cotto, autore pluripremiato, giornalista del ‘New York Times’ nonché direttore della rivista ‘American Italia’; la scrittrice Elizabeth Nicolosi. La Francia sarà presente con padre Jean-Robert Armogathe, co-fondatore dell’Académie Catholique de France, membro dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres e direttore della rivista cattolica “Communio”. Dalla Gran Bretagna arriva Francesco Ragni, direttore della rivista ‘Londra, Italia’. Il nostro Paese sarà rappresentata da Delfina Licata della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, curatrice del ‘Rapporto Italiani nel Mondo’ e scrittrice. Anche la Svizzera sarà presente, con l’onorevole Simone Billi, deputato in carica e candidato alla rielezione, circoscrizione Europa.