AGI -Il caffè? Per gli italiani è tutto. Siamo buoni consumatori (4,5 kg pro capite l’anno), battuti dai finlandesi con 12, e attenti estimatori. Delle sue marche e anche dei modi in cui farlo. Con zucchero o senza, caldo o tiepido, lungo o ristretto, con il cognac o la sambuca. Con la moka o la “napoletana”, oppure con cialde. Sul caffè si riesce perfino a litigare.
Sta di fatto, che come segnala il Gambero Rosso, sul caffè girano anche un certo numero non tanto di fake, bensì di “falsi miti”, che la rivista ha catalogato e circoscritto in dieci grandi categorie e smontate una per una: “L’espresso è amaro”, “la moka non va lavata”, “il caffè fa male allo stomaco”, “se lo zucchero galleggia il caffè è buono”, “deve costare 1 euro”, “può esser bevuto anche oltre scadenza”, “va conservato in frigo”, “dopo il caffè un bicchier d’acqua”, “è sempre uguale”, “a dieta meglio evitarlo”. Ma ciascuna affermazione ha il suo esatto contrario.
Equiparato all’”oro nero”, l’amaro “non deve essere il gusto predominante nell’espresso”, altrimenti ci troveremmo di fronte “a difetti di tostatura”. La moka non va lavata? “Oli e grassi generati dalla preparazione del caffè non possono rimanere troppo a lungo a contatto con le pareti” se no “altereranno il sapore della bevanda”, scrive il Gambero. Così come non è vero che il caffè faccia male allo stomaco: certo, “un consumo smodato è sempre sconsigliato” ma per esempio “il caffè Arabica contiene fino a tre volte meno caffeina delle miscele con un’alta percentuale di Robusta”.
Quanto allo zucchero che galleggia, “la tanto agognata crema nell’espresso non è poi un così importante indice di qualità: in fase di degustazione viene valutata, ma non è lo spessore o la durata a indicare il livello di bontà d’un caffè”. Quinto: l’espresso deve costare 1 euro? Secondo la rivista “in questo momento storico, il costo della materia prima è in continuo aumento” quindi è “ancora più importante che i consumatori comprendano a fondo il valore del prodotto” e al di sotto “i titolari dei bar si ritrovano a scegliere un prodotto di basso livello”.
Restano poi altri cinque falsi miti: il caffè non solo non va bevuto dopo la scadenza ma va consumato il prima possibile, mantenuto in un contenitore sottovuoto, al riparo da aria, umidità, calore e luce (non in frigo), altrimenti perde fragranza. Scadenza: “Evitare di superare i tre mesi dalla data di tostatura”. Quanto al bicchier d’acqua, va consumato prima dell’assaggio per pulire e preparare il palato al gusto. Infine, di caffè ne esistono moltissime tipologie e varietà, a partire dalla tostatura e dall’estrazione finale.
E “senza zucchero, una tazzina di espresso apporta al massimo 2 calorie”, “assolutamente compatibile con una dieta pensata per perdere peso”, precisa il Gambero Rosso. Per questo il caffè “è il balsamo del cuore e dello spirito” come ebbe a dire Giuseppe Garibaldi, il re dei due mondi. Incluso quello del caffè.