A GIU - Nel cortile di BASE Milano prende vita una casa di ringhiera milanese, in cui IKEA ricrea le abitazioni di tre diverse famiglie e racconta, attraverso l’arredamento, le storie di chi le abita. Storie di “nuove” famiglie e persone che arrivano nella città di Milano per lavoro, per cogliere le opportunità che una grande città offre.
Pur essendo una ricostruzione, l’immagine che ne emerge è reale. Questi tre nuclei abitativi fotografano chi siamo oggi: una giovane coppia che non rinuncia alla propria identità pur nella prima esperienza di vita insieme; una mamma straniera con un bambino nato a Milano che la aiuta a dialogare con un paese straniero; un giovane startupper che vuole afferrare le potenzialità di una città veloce e dinamica.
Le First Homes parlano di “prime case”, ovvero quelle situazioni in cui ogni individuo può ritrovarsi a un certo punto della sua vita, qualsiasi età abbia, approcciando lo spazio ridotto ma funzionale che spesso caratterizza l’offerta abitativa della grande città.
Una “prima volta” che comporta notevoli cambiamenti e ha un impatto sulle persone sia dal punto di vista emotivo sia dal punto di vista meramente economico.
Nella exhibition proposta durante il Festival, IKEA vuole condividere un approccio nuovo rispetto alle scelte che si possono effettuare per rendere la “prima casa” economicamente più accessibile, esaminando come la condivisione degli spazi – anche se piccoli (19, 23 e 35 mq) – e i comportamenti sostenibili, possono essere un vantaggio sia per il portafoglio che per il pianeta. Le tre First Homes mostrano proprio come sia possibile vivere gli spazi domestici consapevolmente e secondo le esigenze e la personalità di chi li abita e come il senso di comunità sia un elemento capace di arricchire la vita di tutti.
Ognuna delle tre abitazioni è stata progettata per emozionare il visitatore e trasmettere in modo incisivo questo messaggio. Negli spazi, come nelle case di tutti noi, non sono presenti solamente pezzi del range IKEA.
Gli abitanti delle Homes
Le persone che vivono nelle Homes rappresentano nuclei familiari “tipici” della città di Milano, dove multiculturalità e opportunità di lavoro sono fattori trainanti per chi decide di stabilirsi nel capoluogo lombardo.
19 mq
Ecco allora la casa di Alessandro, 24 anni, single e neolaureato che da Palermo si trasferisce a Milano per coronare il suo sogno: diventare imprenditore partendo da una startup di consegne a domicilio tramite droni. La sua è una “temporary home”, tipica di un giovane all’inizio della sua carriera, con possibilità economiche limitate ma tanta determinazione e desiderio di vivere appieno la gioventù, circondato dagli amici e dalle sue passioni: lo sport e il gaming.
La casa di Alessandro è una casa piccola ma smart, con spazi ottimizzati al fine di ospitare gli strumenti di lavoro e gli hobby del giovane, senza dimenticare il necessario per dedicarsi alla cucina e vivere in modo sostenibile riciclando i materiali.
23 mq
Nelle Homes trova poi spazio la casa di Fatima, 36 anni, che vive con il figlio Hassan, di 8 anni. Fatima è arrivata in Italia dal Marocco, dando poi alla luce il proprio bambino in territorio italiano. Hassan frequenta la scuola elementare e ama imparare cose nuove ogni giorno: tra gli argomenti che più lo affascinano c’è l’ecologia. Per questo condivide con la mamma tutti gli insegnamenti sul tema appresi a scuola, tra cui come vivere in modo sostenibile in casa, e si fa portavoce di questo anche con i vicini, con i quali ha un ottimo rapporto.
L’abitazione di Fatima e Hassan è di micro-dimensioni, ma è molto accogliente e arredata con elementi di seconda mano di ottima qualità, ottenuti a un prezzo conveniente. La cucina è uno spazio chiave della loro casa. Infatti, Fatima è un’ottima cuoca e spesso mamma e figlio condividono momenti di convivialità insieme ai vicini proprio attorno a una tavola imbandita. Anche il cibo è un elemento vissuto in ottica sostenibile dai due: spesso acquistano, insieme ai loro vicini, prodotti tramite una app che vende cibo biologico, risparmiando sul prezzo e condividendo il cibo acquistato.
35 mq
Infine, vi è la casa di Minato, chef, e Patrizia, musicista, una coppia di fidanzati di 31 anni. Dopo essersi conosciuti a Osaka, si sono trasferiti temporaneamente a Milano dove entrambi hanno trovato occupazione, Minato come chef in un ristorante giapponese e Patrizia come pianista in un’orchestra. I due hanno personalità molto differenti: pacato e meditativo lui, diretta e confusionaria lei. Nonostante le differenze, i loro caratteri e le loro diverse esigenze riescono a convivere nella piccola casa che condividono.
La coppia ama la vita di vicinato e si ritrova spesso insieme ad Alessandro, Fatima e Hassan, per pranzare o cenare insieme nel cortile del palazzo. In queste occasioni, Minato propone le sue creazioni culinarie e allo stesso tempo impara ricette nuove grazie alla cucina marocchina di Fatima, che offre al giovane chef nuove idee per creare piatti giapponesi con contaminazioni nordafricane.