AGI - “Le Cinque Terre sono il modo per dire vacanza veloce, natura a tutt’oggi come Dio la fece, e un intervento umano di genio” ma “le Cinque Terre sono anche lo sbocco al mare di un retroterra altrettanto curioso e ricco”. È la premessa a 111 luoghi delle Cinque Terre che devi proprio scoprire”, trentunesimo titolo e percorso turistico di una ricca collana di guide appena edito dalla Emons, ramo italiano di un editore tedesco, curato da Dante Matelli, giornalista culturale, prima a la Repubblica per tre anni, poi tutta una vita a L’Espresso.
Laurea alla Columbia, un po’ di docenze, esperto di cinema e letteratura, inviato di esteri, corrispondente da New York per alcuni anni, penna colta e raffinata. Sceneggiatore di ben tre film di Marco Ferreri. Personaggio lui stesso, singolare come quelli che ama descrivere. In una guida scritta in modo magistrale.
Sono 111 affreschi, 111 pennellate, 111 ritratti di luoghi e personaggi raccontati in meno di duemila battute ciascuno. Una scrittura essenziale, dove aggettivi e sostantivi pesano e fanno la differenza. Intagliano e scolpiscono la pagina, scarnificandola dagli orpelli. Scrittura per sottrazione.
Ma la forza di Matelli è tutta dovuta alla sua memoria storica e alle tante storie che conosce e governa, frutto d’una presa diretta, fatta di ascolto, contatti umani, vita vissuta ed esperienza consumata. Frutto della sua sincera e genuina curiosità fanciullesca, coltivata per tutta la vita fino all’età dei suoi 82 anni.
In questa anomala guida si rincorrono anche La Spezia liberty, Luni romana, Sarzana napoleonica, il Golfo dei Poeti, Byron, Shelley, D. H. Lawrence e Mario Soldati, ciascuno con un suo perché, una parte, un ruolo nelle storie raccontate; e poi Porto Venere, “affacciata su una serie di località verginali e sdegnose” (un esempio di descrizione), come Schiara, Persino, Navone, Monesteroli, i bozi. Che sono piscine naturali sul mare, “dei sancta sanctorum” e “come tutte le strade che portano al Santo Graal, la via è ardua ma il premio immenso”.
Ma al di là del mito, nel tempo “è come se l’Arcadia fosse svanita” e nel frattempo “c’è stata una lotta evidente dell’uomo con la natura, che invece di assecondarla l’ha violata” perché “per passare sono stati messi dei lastroni verticali in costa e c’è da appigliarsi a rocce e arbusti per mantenere il passo”.
Nella guida ci sono tutti questi elementi mischiati tra loro in 111 veri racconti ricchi di citazioni e rimandi. Viaggi nel viaggio, percorsi nel percorso.
Matelli non nasconde nulla, svela e rivela le trasformazioni del passato che sfocia nel presente, non sempre edificante per le sorti di un territorio che in verità è stato anche progressivamente edificato. Ma ci sono pure aspetti singolari e positivi, come il caso della Val di Vara, “capitale del biologico in Italia che eccelle in panorami, cibo, artigianato e impronte medioevali”, dove il sindaco di Varese Ligure “puntò sulla sostenibilità. Lungimirante”, sottolinea l’autore, tant’è che Varese “fu il primo paese in Europa a ottenere la certificazione di qualità ambientale”. E ora ci sono una novantina di aziende dedicate al biologico: formaggio, salumi, miele, fagioli, cipolle, pellame, bovini”. Infine il vino: “In tutta la valle è rigorosamente bio, anche nelle aziende minuscole”.
La guida va letta come un romanzo. Con informazioni e dettagli preziosi.