d i Ugo Barbàra
Roma - Se avete vinto 160 milioni di euro al Superenalotto e il cuore vi ha retto, siete di fronte a un bel dilemma: come spenderli. Innanzitutto le tasse. Per vincite che superano il milione di euro avete 90 giorni di tempo per presentare la schedina vincente solo negli uffici premi del concessionario Sisal a Milano, in via Tocqueville o a Roma, in Viale Sacco e Vanzetti. Il premio verrà pagato, se non è stato presentato alcun reclamo, entro 31 giorni. La ritenuta che il fisco applicherà è del 6%, quindi potete già dire addio a quasi 9,8 milioni di euro, proprio quelli con cui pensavate di comprare quel veliero Germania Nova da 60 metri per andare in giro con una decina di amici da ospitare nelle cinque cabine. Non sperate di andare oltre: per uno yacht vero, di quelli che si permettono i Paperoni della Silycon Valley o gli oligarchi russi, servono da 150 milioni in su.
Comunque ora vi trovate in tasca 150 milioni puliti e non avete ancora deciso cosa farne.
Beneficienza - si può vivere benissimo con più di 100 milioni nel portafogli, quindi destinando un terzo della vincita in opere di bene vi garantite l'eterna gratitudine di persone che nemmeno conoscete e forse non conoscerete mai. Attenti però: decidete il settore cui volete destinarli, ad esempio infanzia, anziani e ricerca. Perdete un po' di tempo su internet (o, a questo punto, pagate qualcuno che lo faccia per voi) e individuate le organizzazioni che più vi interessano. Poi chiedete loro di sintetizzare in un progetto come spenderebbero i vostri soldi e premiate con un bell'assegno quello che vi convince di più.
Decidete di strafare e vi concedete un dignitosissimo veliero a due alberi Burrasca da 15 milioni. Poi altri 8 milioni per un jet privato: un trireattore Dessault Falcon 50 per andare a fare shopping in giro per le capitali europee con la famiglia e qualche amico. Altri 230mila euro per una Lamborghini Huracan Spyder e almeno una decina di milioni per una villa come quella di Tom Cruise a Los Angeles.
Ma se volte fare sul serio e non trovarvi con un paio di equipaggi da stipendiare (barca e aereo), domestici da mettere in regola e soprattutto una marea di tasse da pagare, dovete rivolgervi a un professionista. Agi ha chiesto a Michele Marcello, amministratore delegato della società di gestione inglese 'Agenda Invest' come investire quella bella sommetta. E la risposta è stata sorprendente. "Se in Italia fosse possibile" ha detto Marcello, "consiglierei di incassare metà della cifra in banconote e l'altra metà in oro. Poi di chiudere tutto in uno scantinato".
Così: senza nemmeno passare per un conto corrente, senza acquistare obbligazioni né azioni. Michele Marcello spiega perché.
Conto corrente - La persona che ha vinto deposita i soldi, che sia in una banca italiana o svizzera è irrilevante, e comincia da subito a pagare interessi negativi. Da quando la Bce ha adottato una politica monetaria molto espansiva e ha tagliato i tassi così tanto da farli diventare negativi, le banche ne scaricano il costo sul cliente. Quindi non solo il patrimonio non cresce, ma viene lentamente eroso.
Mercato azionario - Quello dei Paesi sviluppati ha raggiunto valutazioni altissime in un anno in cui per effetto del declino del prezzo delle materie prime e della deflazione i profitti continuano a scendere ogni trimestre. Un'idea che costa troppo e rende poco.
Obbligazioni - Le più solide, i Btp o i Bund tedeschi, offrono per la gran parte tassi negativi a scadenze anche lunghe, fino a dieci anni. Per quanto riguarda le obbligazioni corporate, le bancarie sono quelle che rendono di più, ma le banche europee scricchiolano perchè sono sottocapitalizzate. Da bocciare anche quelle delle grandi aziende, che hanno una resa bassissima.
Immobiliare - Potrebbe essere un idea, ma non in Europa perchè il prossimo patrimonio che sarà tassato è quello visibile e quello immobiliare è il più visibile di tutti. E con una tassa di successione che potrebbe arrivare a 30-40% non si può più nemmeno considerare un investimento per gli eredi.
L'arte - Quella contemporanea ha avuto un successo fenomenale negli ultimi decenni perchè la ricchezza privata si è creata nei mercati emergenti, dove i magnati avevano l'urgenza di riconvertire le valute povere in valute forti e il modo migliore e più veloce per farlo era l'arte contemporanea. Ma è un bene che non conserva il valore a lungo termine proprio perchè è legato alle sorti delle economie dei Paesi emergenti.
"Spendere bene non è facile" conclude Marcello, "la spesa migliore sarebbe in un buon impianto di climatizzazione per lo scantinato in cui tenere le banconote, ma soprattutto l'oro: l'unico bene che protegge sia da una nuova crisi economica che dall'iper inflazione. Nell'attesa che si presenti il momento per l'investimento giusto". (AGI)